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venerdì 24 febbraio 2012

Elizabeth non aveva paura degli specchi

Mi è sempre piaciuta la figura di Elizabeth Von Arnim, scrittrice che riuscì a vivere la sua vita in un'epoca in cui la donna avrebbe dovuto seppellirsi tra le mura di casa, magari concedersi solo qualche tè tra amiche, qualche pranzo in società con il marito.

Donna libera, indipendente, capace di vivere con ironia le varie vicende, di affermarsi in un panorama letterario tutto al maschile, di sottrarsi al peso dei pregiudizi.

Anche ai pregiudizi che è più difficile superare, quelli che noi stessi coltiviamo nei nostri confronti.

Quei pregiudizi che per esempio ci impediscono di accettare il tempo che passa, di sentire che noi stesso siamo il tempo. Che stiamo scivolando via nel fiume e niente ci lascerà fermi su una sponda.

A 70 anni Elizabeth scrisse nel suo diario:

Adesso sono davvero una donna anziana, e non devo dimenticarlo. Ci si abitua talmente ad essere giovani che si finisce per credere che sarà per sempre. Mi devo ricordare che non è così, e mi aiuteranno gli specchi.

Mi aiuteranno gli specchi, che belle queste parole. Quegli stessi specchi a cui prima o poi viene da sottrarsi. Gli specchi che a volte ci inducono perfino a barare.

E lei, Elizabeth, la donna che molto ha vissuto, tra divorzi e amanti, la bella Elizabeth, con questa splendida lezione di vita.

giovedì 16 febbraio 2012

La dolce vendetta di Elizabeth

Elizabeth von Arnim scrisse 21 romanzi, ebbe due mariti, un conte tedesco oppressivo e un conte inglese vendicativo, cinque figli che non le diedero grandi soddisfazioni, un certo numero di amanti e di amatissimi cani....

Che bella, la pagina che Natalia Aspesi, su Repubblica, dedica a Elizabeth von Arnim, donna che nacque in Australia, morì negli Stati Uniti, ma visse in Germania, Inghilterra e altri paesi; donna libera e irrequieta, grande scrittrice, a cavallo tra Ottocento e Novecento.

La sua storia è anche la storia di quanto sia stato difficile per le donne strappare non solo il diritto al voto, ma anche il loro posto nella letteratura. Scrive Natalia Aspesi:

Scrivere allora era l'unica forma di creatività femminile appena tollerata, e le scrittrici venivano spesso considerate creature sospette, poco raccomandabili, anche ridicole, almeno secondo la stampa satirica. Molte autrici sceglievano di tutelarsi, nascondendosi dietro un nome maschile...  Dopo furibondi litigi domestici, quella che poi avrebbe scelto di firmare i suoi ventun libri come Elizabetg von Arnim, ottenne dal marito il permesso di pubblicare la sua prima opera, a patto che risultasse di anonimo autore, in modo da rendere impossibile identificarla per non macchiare il glorioso stemma di famiglia.

Quel libro era Il Giardino di Elizabeth e ha rappresentato la più deliziosa delle vendette. Perché ancora oggi viene pubblicato e letto - in Italia lo ha fatto Bollati Boringhieri - e sulle sue pagine è possibile scoprire questa scrittrice ironica, spregiudicata, perfino spietata nel mettere in croce una società boriosa, superficiale, vecchia, ingiusta.

Del marito e del suo glorioso stemma di famiglia oggi non si ricorda più nessuno.... la vendetta più deliziosa è anche quella che si serve fredda e si consuma nel tempo.

giovedì 8 luglio 2010

Le vacanze nel Baltico della signora Elizabeth

Su una splendida isola del Baltico un giorno arriva Elizabeth, per un viaggio lento a piedi e in carrozza, in compagnia solo del cocchiere e della cameriera. Un viaggio che ai tempi - siamo all'inizio del Novecento - solo poche donne, e notevolmente emancipate, avrebbero messo in programma.

Non mancano davvero i motivi di fascino, in questo Elizabeth a Rugen, pubblicato da Bollati Boringheri: le attrazioni di terre e mari del Nord che aiutano a ritrovare una dimensione più genuina, le descrizioni di un turismo di altri tempi ma già decisamente petulante e aggressivo, lo spaccato di un certo tipo di società colta, mondana, elegante...

Comincia come un diario di viaggio, ma poi il libro diventa ben altro, dopo il colpo di scena dell'incontro con una cugina persa da diversi anni e poi con il marito di quest'ultima. Crisi coniugali, passioni intellettuali, disavventure varie segnano un itinerario dove non manca mai l'arguzia tipica di certe signore di cultura britannica di altri tempi.

La Von Arnim, ricordiamolo, è la stessa che ha scritto Un incantevole aprile, libro da cui anni fa venne tratto un film gioiellino.Le sue qualità emergono anche da queste pagine: una lettura non imprescindibile, ma piacevole, curiosa.

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