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martedì 7 aprile 2015

Scrivere di pirati, immaginare il vero

Non solo per chi ha divorato un libro come la Vera storia del pirata Long John Silver, scervellandosi sulle ragioni per cui viene di fare il tifo per uno dei peggiori delinquenti che hanno solcato gli oceani. E nemmeno solo per coloro che amano entrare nel retrobottega degli scrittori, per carpirne segreti e manie.

In realtà Diario di bordo di uno scrittore (Adelphi) di Bjorn Larsson può essere raccomandato anche a chi con questo scrittore non ha una particolare confidenza. Sarà che è diverse cose insieme e sfugge a ogni definizione: biografia, saggio letterario, backstage dei libri con cui Larsson si è fatto conoscere, soprattutto in Italia.

Molte cose ci sono in questo libro: le correnti che muovono in profondità l'ispirazione, le vele gonfie del vento dell'immaginazione, i lampi che accendono la notte con qualche buona idea....

Scrivere è un po' come navigare, afferma Larsson. E non è una frase molto originale, benché sia di un uomo che di professione voleva fare il geologo marino e che sulle navi ha vissuto per anni. Eppure c'è l'idea della navigazione, in questo libro.

E la scrittura è davvero sciogliere gli ormeggi, puntare la prua, disegnare una rotta. Attraversare quel mare che è la realtà. Magari per scoprire che la letteratura non deve per forza appiattirsi sul vero. Può anche immaginarselo il vero, scoprire le possibilità dentro la realtà. Scommettere sulle cose che esistono, ma anche su quelle che potrebbero esistere o esisteranno.

Larsson è uno di quelli che ha scommesso. E che più volte ci ha dato. 

martedì 27 dicembre 2011

Vivi o morti i poeti non scrivono gialli

Come lei stesso ha sottolineato, i poeti tendono più a impiccarsi che a essere impiccati. Perché? Non cercano forse anche loro la verità, come i giornalisti, gli scienziati e i poliziotti? E in questo caso non dovrebbero risultare più pericolosi di quello che sono?

I poeti morti non scrivono gialli, è la perentoria affermazione che dà il titolo all'ultimo libro di Bjorn Larsson, che per non equivocare tra tutti i Larsson della letteratura scandinava, è quello di La vera storia del pirata Long John Silver, libro che è distillato di piacere della lettura.

I poeti morti non scrivono gialli, ma verrebbe da dire che sono soprattutto i poeti vivi che non scrivono gialli: scelta oculata, in genere. Anche i grandi scrittori, come Larsson, quasi sempre riescono ad astenersi, e fanno bene, perché scrivere bene è condizione necessaria ma certo non sufficiente per un buon giallo.

Questo libro ne è la prova provata. Però è sincero fin dal sottotitolo: una specie di giallo. E si salva uguale: perché nel suo grembo racchiude alcune pagine preziose, sul lavoro di editore e soprattutto sul ruolo del poeta.

Ovvero sull'uomo che ci regala bellezza mentre se la deve vedere con il male che è di tutti. Sull'uomo che ha fatto uno strano patto con la verità, per poi capire che quasi sempre le sue parole cadranno a terra come foglie d'autunno.

Invece, i poeti venivano uccisi di rado. Erano così inoffensivi? Che fosse per questo che si toglievano la vita, perché a un certo punto scoprivano di non servire a molto?

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