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lunedì 10 giugno 2013

Il viaggio di Concita nel paese della rabbia

Poco a poco, come le pietre di una collana, tutte queste storie diventavano un rosario: non di una preghiera, però. Di una maledizione. Diventavano tutti i colori della rabbia: la geografia esatta del disamore per chi ti ha promesso e poi negato, per chi ti ha illuso, per chi sa solo chiederti e mai dare.

Spiega Concita De Gregorio nel prologo che la sua intenzione era scrive un libro sul lavoro e sull'assenza di lavoro - almeno di lavoro degno di questo nome - e sulle relative frustrazioni e disillusioni. Così, da brava giornalista qual è, ha cominciato a raccogliere storie, a dare voce a chi solitamente voce non ha.

Solo che su questa strada il libro è diventato un'altra cosa. O forse è lei stessa che dalle storie è stata sospinta altrove. Come se si fosse incamminata a ritroso, verso le radici della rabbia.

Ne è venuto fuori un affresco, un canto corale della rabbia dei nostri tempi, della rabbia che è marea crescente, della rabbia che ha perso la presa non solo sul presente ma anche sul futuro e non sa più a che santo votarsi, della rabbia che diventa ancora più rabbia perché pare che non ci sia nessuno che le presti davvero ascolto, tranne servirsene di tanto in tanto.

Rabbia che è invettiva, fin dal titolo, fortissimo, di questo libro: Io vi maledico. Rabbia che, chissà, potrebbe diventare anche altro, come nella bella poesia - non solo per bambini - di Bruno Tognolini.

La rabbia giusta, quella che ha ragione, si chiama indignazione.

In attesa, ci incamminiamo con Concita De Gregorio, in questo viaggio doloroso e inquieto per il nostro paese. 

sabato 18 maggio 2013

Come è bella, la rima della rabbia giusta

    Tu dici che la rabbia che ha ragione
    È rabbia giusta e si chiama indignazione
    Guardi il telegiornale
    Ti arrabbi contro tutta quella gente
    Ma poi cambi canale e non fai niente

    Io la mia rabbia giusta
    Voglio tenerla in cuore
    Io voglio coltivarla come un fiore

    Vedere come cresce
    Cosa ne esce
    Cosa fiorisce quando arriva la stagione
    Vedere se diventa indignazione

    E se diventa, voglio tenerla tesa
    Come un'offesa
    Come una brace che resta accesa in fondo

    E non cambia canale
    Cambia il mondo.

(Rima della rabbia giusta, da Bruno Tognolini, Rime di rabbia, Salani editore)

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