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lunedì 23 gennaio 2017

America 1927: l'estate in cui accade tutto

Qualsiasi altra cosa se ne possa dire, fu veramente una grande estate.

Così ci assicura Bill Bryson e per l'ultimo suo libro il titolo dell'edizione italiana (Guanda) va persino oltre: L'estate in cui accadde tutto. Ovvero promette assai di più di quanto faccia il titolo originario - semplicemente One summer. America 1927 - e anzi promette decisamente troppo: però che estate incredibile, entusiasmante e sconvolgente...

Bryson ce la racconta come sa far lui: con competenza e leggerezza, sbrogliando la matassa degli eventi e allo stesso tempo portandoci molto lontano.

E dunque, l'estate del 1927. Che, per quanto se ne sa, non ci suona come un anno particolarmente memorabile, figurarsi se poi ci si limita solo ai mesi dell'estate. Volete mettere con il 1914, o il 1945, o il 1968?

Eppure, eppure.... in quei mesi un manipolo di piloti spericolati e incoscienti si disputano il primato del primo volo transoceanico tra l'America e l'Europa. Fino a che l'incredibile impresa di Charles Lindbergh non regala un momento di gioia al mondo intero, rendendo peraltro evidente allo stesso mondo che ormai il futuro appartiene all'America, non più alla vecchia Europa.

Hollywood mette in circolazione i primi film sonori. I giornali si gettano sulla cronaca nera e raggiungono tirature da vertigine con delitti efferati che ci sono sempre stati ma che ora sono sotto i riflettori. Lo sport diventa fenomeno di massa, fatto culturale, dimensione per i nuovi miti e i nuovi eroi, si tratti di Babe Ruth nel baseball oppure di Jack Dempsey, il massacratore della boxe.

E ancora, la scellerata epoca del proibizionismo segna il punto più basso, seminando morti a valanga per alcol e per piombo. Immenso regalo fatto alla mafia, però intanto, tra i magistrati, qualcuno comincia a pensare che proprio negli affari si nasconda il suo tallone d'Achille: Al Capone presto finirà dentro, ma non per la strage di San Valentino, piuttosto per evasione fiscale.

Nel carcere di Charlestown la sedia elettrica è pronta per Sacco e Vanzetti, due anarchici italiani condannati perché anarchici, prima che per le prove a loro carico, tanto si sa, ci sono sempre teoremi già dimostrati, colpevoli in quanto tali.

Le auto di Henry Ford si apprestano a conquistare i mercati e a imporre una nuova civiltà. Nelle università alcuni scienziati ragionano su principi e pratiche di eugenetica che strapperanno l'applauso ai nazisti. Intanto il presidente Calvin Coolidge, il più pigro dei presidenti americani, decide di non ricandidarsi. Il paese può guardare al futuro con ottimismo, assicurerà nel suo ultimo discorso, mentre già si prepara il Black Friday di Wall Street....

E ancora, ancora.... basta per dire che l'estate del 1927 è l'estate in cui successo tutto? Decidete voi, ma vi raccomando:  prima leggetelo, il buon vecchio Bill.


lunedì 27 febbraio 2012

Quanta Africa nella bellezza dell'America

In verità, si viaggia per viaggiare, o per aver viaggiato - e quanti mondi nascono, al ritorno, nelle parole pronunciate, nelle immagini mostrate?

Che libro, La bellezza del mondo dello scrittore bretone Michel Le Bris (Fazi editore), un libro per viaggiare lontano e per perdersi, un libro che è un continente di carta e anche più, un libro che davvero riesce a trasmettere quel brivido che forse davvero può donare solo la bellezza del mondo.

Quella bellezza che dà il titolo a questa storia (molto) romanzata di due straordinari personaggi che hanno segnato l'immaginario americano del primo Novecento.

Lui, Martin Johnson, da ragazzo compagno d'avventure di Jack London, l'uomo che apre la strada ai grandi documentari sui viaggi e sulla natura (una storia che, per dire, arriva a National Geographic).

Lei, Osa, la ragazza venuta dalla provincia americana, quella delle torte di mele e delle feste del Ringraziamento, ma anche di un'epopea della Frontiera che non appartiene a un tempo troppo distante, Osa che a New York diventa una delle più acclamate femmes fatales, Osa che è seduzione e avventura e che nel 1933 ispirerà l'eroina del film King Kong.

E la loro è davvero la storia di una "bellezza" scoperta, attraversata, raccontata, la bellezza di un'Africa che in questi anni non è più solo la terra incognita, la terra oscura e selvaggia dei primi esploratori, che piuttosto sta diventando suggestione culturale, progetto buono anche per Hollywood, moda per un Occidente frastornato dalla Grande Guerra.

E allora non c'è solo il Kenia dei leoni e dei rinoceronti, c'è prima di tutto New York, la New York dei ruggenti Anni Venti, proibizionismo e jazz, gangster e donne decise a dare scandalo.

E poi le cose stavano mutando. L'Afica cominciava a essere alla moda. Non si parlava di uno stile jungle? Dieci anni prima nessuno immaginava che i negri di Harlem avrebbero conquistato Broadway. I tempi cambiavano.

Altre giungle, di luce e grattacieli. Altre distanze. Altri pericoli. Un anelito di libertà e bellezza che non cambia.

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...