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sabato 4 agosto 2012

In bici ad Amsterdam alla fine frenavo solo io

Frequentavo poco Amsterdam, dicevo, ma da una settimana ci venivo ogni giorno perché avevo accettato di scrivere un libro sulla città. Mi era stato commissionato da una casa editrice italiana: raccontare Amsterdam dal punto di vista della bicicletta.


Ma il progetto stava prendendo questa piega pericolosa: una specie di guida che assomigliava a un racconto in cui le mie pedalate lungo i binari del tram, e le frenate e le leggere rincorse per arrivare sul dorso d'asino dei ponti che a volte sembrare di guadagnare lo Stelvio, dovevano servire da impalcatura alla descrizione dei posti.


Dosare il tutto, come il cuoco, ad esempio raccontare come le persone in bicicletta, al contrario di quanto succedeva a me, si muovevano armonicamente, simili ai banchi di pesce disturbati dall'orca che si sparpagliano e si ricompongono subito altrove.


E poi far notare che in mezzo a quel traffico di pedali e caos di campanelli che avrebbero dovuto segnalare emergenze, alla fine frenavo solo io.


Chiedermi come fosse possibile che la stirpe biciclettata fosse sempre così sicura del fatto che il passante avrebbe attraversato la strada in tempo, e la macchina non si sarebbe fermata e allora bisognava scansarla, mentre io stavo già inchiodando coi piedi sui pedali.


(Marino Magliani, Amsterdam è una farfalla, Ediciclo)

mercoledì 1 agosto 2012

Se uno volesse capire cos'è la Sardegna

Se uno volesse capire cos'è la Sardegna oggi, nel 2011, al di là dell'estate e delle vacanze organizzate, al di là dei cori a tenore e dei nuraghe e delle fiabe e delle leggende, che cos'è la vita normale per la stragrande maggioranza di chi abita permanentemente nell'isola del Mediterraneo chiamata Sardegna, se uno volesse capirlo davvero, dovrebbe prendere la macchina e guidare da Cagliari viale Marconi a Quartu Sant'Elena, poi tornare indietro passando per Quartuccio, Selargius, Monserrato, Pirri.

Non so se il consiglio è di quelli buoni, però ci dice qualcosa su quanto Flavio Soriga ci propone con NuraGhe Beach. La Sardegna che non visiterete mai, ennesimo titolo con cui la collana Contromano di Laterza riesce a sedurci e a spiazzarci. Questa non è una guida, nemmeno alternativa, non pretende di esserlo, magari è uno sguardo che arriva dove di solito non si arriva, tra periferie e paesi sperduti, oltre le spiagge da cartolina, oltre i locali da vip o da movida.

E oltre quello sguardo... perchè prima di tutto questa è una storia di amore e disamore, una storia in bilico tra il passato che si dilegua e un futuro che quasi certamente non esiste, una storia che è insieme abbandono e ritorno, fuga e riscoperta.

E forse non sarà troppo originale l'idea di una storia - e di un romanzo - che si dipana attraverso la proposta e la possibilità di una guida, raccontata nel suo farsi o anche solo nei suoi frammenti. Però la Sardegna c'è tutta, è odori, sapori, suoni, aria che si respira.

La Sardegna che non visiterete mai, appunto. La Sardegna che è bello scoprire in queste pagine, lasciandoci trainare da digressioni, richiami, suggestioni, che non solo un mare in cui tuffarsi.

lunedì 16 luglio 2012

Se Amsterdam diventa una farfalla

L'Olanda e la bicicletta possono essere un connubio scontato, così come l'Olanda e i mulini a vento o l'Olanda e i tulipani, ma certamente non è scontato ciò che ci racconta Marino Magliani nel suo Amsterdam è una farfalla (Ediciclo): un libro che è molto di più di una guida alternativa su un paese che, al di là dei luoghi comuni, conosciamo abbastanza poco e che poche tracce ha lasciato nella letteratura più diffusa in Italia. E ancora, un libro che non è nemmeno un resoconto di viaggio su due ruote, in una delle destinazioni più appetibili per gli appassionati di cicloturismo.

La sovversione delle regole e delle consuetudini della più conosciuta scrittura di viaggio è evidente fin dalle prime pagine: l'autore, chiamato a scrivere una guida di Amsterdam in bicicletta, inforca una bicicletta e comincia la sua peregrinazione nei giorni e nelle notti olandesi, tra le case affacciate sui canali e i pascoli fuori città, tra scorci sui tetti e discese nel ventre di Amsterdam.

Così la guida viene raccontata nel suo farsi e non è più guida, ma romanzo, o più precisamente, romanzo nel romanzo che prende corpo, tra divagazioni e digressioni, in un alternarsi e confondersi di personaggi, avvenimenti, tempi – dall'Olanda del secolo d'Oro al futuro dell'anno 2100 – e luoghi – perché ci sono i Paesi Bassi ma anche la Liguria dell'autore, le terre piatte e le montagne.

Magliani poi ci mette tanto di suo, con la sua penna inquieta, il suo linguaggio allo stesso pulito e ipnotico, la sua capacità di svoltare e offrire un nuovo scenario a ogni pagina.

Mi piace quando ci si riesce ad avventurare in territori inesplorati della letteratura di viaggio. Non importa andare nemmeno molto lontano. Magliani ci offre molto di più di un itinerario olandese, mescolando la puntuale descrizione di eventi e contesti con la vertigine esistenziale e metafisica di certi autori sudamericani – Borges su tutti.

E dal bozzolo di una città raccontata anche nei suoi lati oscuri riesce davvero a prendere il volo la farfalla di Amsterdam.


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