A volerla percorrere fino in fondo, questa è una storia che sembra fatta apposta per incantare e sedurre.
Una storia meravigliosamente generosa, che ci regala suggestioni a non finire: la poesia e la pastorizia, un sottile filo che si snoda attraverso i millenni. Non mi riferisco alle tante pagine che nel tempo si sono offerte a chi ama cibarsi di letteratura, dai lirici dell’antica Grecia ai cantori di tante finte Arcadie del nostro Seicento, fino al pastore errante dei versi di Leopardi, con il suo dolce canto notturno.
No, questa poesia è parola viva, parola che scappa via, parola di pastori veri. Poco importa che si trovi tra le rocce degli Abruzzi oppure tra i deserti solcati dalle carovane dei Tuareg. La domanda del poeta di Recanati – Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna? – appartiene a tutti loro. È fatta delle loro vite, segnate da albe rarefatte e da irrimediabili distanze, dalle fatiche della transumanza e dall’immobilità di meriggi infuocati.
Il pastore ha tempo per immergersi nel tempo universale, vive nel silenzio che a volte è maestro nello scolpire la parola.
Una storia meravigliosamente generosa, che ci regala suggestioni a non finire: la poesia e la pastorizia, un sottile filo che si snoda attraverso i millenni. Non mi riferisco alle tante pagine che nel tempo si sono offerte a chi ama cibarsi di letteratura, dai lirici dell’antica Grecia ai cantori di tante finte Arcadie del nostro Seicento, fino al pastore errante dei versi di Leopardi, con il suo dolce canto notturno.
No, questa poesia è parola viva, parola che scappa via, parola di pastori veri. Poco importa che si trovi tra le rocce degli Abruzzi oppure tra i deserti solcati dalle carovane dei Tuareg. La domanda del poeta di Recanati – Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna? – appartiene a tutti loro. È fatta delle loro vite, segnate da albe rarefatte e da irrimediabili distanze, dalle fatiche della transumanza e dall’immobilità di meriggi infuocati.
Il pastore ha tempo per immergersi nel tempo universale, vive nel silenzio che a volte è maestro nello scolpire la parola.