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mercoledì 24 luglio 2013

Cosa si legge sotto l'ombrellone

E' davvero curioso che sotto il sole di luglio non si vedano circolare altro che megaseller. E gli altri?

Le eccezioni sono i tascabili abbandonati sulle sdraio o sugli asciugamano degli adolescenti: sono in tutta evidenza quei romanzi inseriti nelle liste che i prof al termine della scuola decidono di infliggere ai poveri allievi per le ferie.

Sempre gli stessi autori, del resto, da decenni: Calvino, Pavese, Primo Levi, Fenoglio, Il gattopardo, Sciascia, Morante... 

Tutti capolavori benemeriti, intendiamoci: il cosiddetto usato sicuro. Ma è lecito chiedersi: possibile che da quarant'anni a questa parte la letteratura italiana non abbia prodotto niente di nuovo degno di essere consigliato come lettura o passatempo (intelligente) agli studenti?

(da Paolo Di Stefano, Sbagliato far leggere solo l'"usato sicuro", Corriere della Sera del 16 luglio 2013)

domenica 28 novembre 2010

Quei ragazzi di un paese che trascura i poeti

Un paese di gente che ignora i suoi poeti, ma anche di studenti che per protestare salgono sui tetti ed esibiscono versi che tutti faremmo bene a non trascurare. Quante emozioni che mi ha destato la lettura sulla Repubblica di ieri dell'articolo di Adriano Sofri Quei ragazzi sul tetto di un paese senza poeti. Solo un pezzettino che parte dal ricordo di Elsa Morante ma che mi sembra abbia anche qualcosa a che vedere con quello che ho provato a trasmettere con Miss Uragano:

Al funerale di Pasolini, morto ammazzato dieci anni prima di lei, Alberto Moravia, che non era uomo di scalpori retorici, gridò: "Abbiamo perso prima di tutto un poeta, e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo. Ne nascono tre o quattro soltanto, in un secolo". Il poeta dovrebbe essere sacro, protestò Moravia. Aveva ragione. Ora noi pronunciamo più spesso ma senza naturalezza il nome di Italia, come di qualcosa cui ci attacchiamo perché vogliono portarcela via. Presidiamo Risorgimenti mentre si tirano sassate intrepide al monumento di Garibaldi e di Mazzini, ospiti secolari di piccioni. Andiamo a vedere "Noi credevamo" perché abbiamo paura di non credere più, e ci interroghiamo sulla lingua del tempo presente perché l'hanno presa come si prende una ragazza da un marciapiede, e la si scaraventa giù a cose fatte davanti a un pronto soccorso.... 

Eppure questo paese storto che la geografia manda alla deriva nel suo mare come nelle domande trabocchetto appena rinverdite, dove Bari è più a nord di Napoli e Trieste è a ovest di Napoli, e la storia completa l'opera, è soprattutto affare di poeti. Come nel programma di terza, Dante e la canzone di Petrarca e Foscolo in Santa Croce e Leopardi in visita alla tomba di Tasso e le mura e gli archi vuotati di gloria, fino alle canzoni popolari e dei cantautori che ricantiamo senza badare più a che cosa dicono

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  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...