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martedì 11 maggio 2010

Andrea De Carlo e le ragioni della scrittura


Sabato scorso Andrea De Carlo ha parlato a lungo con tutti noi delle ragioni della scrittura, della molla interiore che a un certo punto ti spinge verso un computer (o per quanto riguarda i suoi inizi una macchina da scrivere, una mitica Lettera 22) e ti richiama alla possibilità di un racconto o di un romanzo. Anche solo per queste riflessioni avrebbe meritato questo incontro organizzato in Casentino nell'ambito di Le Parole e il Silenzio. E da sabato è proprio a questo che penso. Quello che spinge a scrivere. Mi piace cosa Andrea De Carlo ha detto - o meglio ha fatto dire a uno dei suoi personaggi - in I veri nomi.

Non ho mai provato a definire in modo preciso le ragioni per cui mi sono messo a scrivere la prima volta, anche perché mi sembra che analizzare una passione sia un po’ come mettersi a fare radiografie ed esami del sangue a una persona di cui sei innamorato. Comunque uno dei motivi è di sicuro il fatto di potermene andare via da qualsiasi posto ed essere altrove, come quando ero bambino e divoravo libri di viaggi e la mia vita reale passava in secondo o terzo piano. E’ lo stesso altrove dove se ne va uno che legge quando le pagine che ha davanti lo prendono davvero; solo che uno che scrive ci può restare più a lungo. Un altro motivo è l’idea di attingere alla moltitudine infinita di nomi e segni e selezionarne alcuni che diano il senso del resto… Poi c’è un motivo più semplice e anche più strano: l’incantamento che creano le parole quando si materializzano su un foglio bianco e formano una frase: il gioco di suoni e di immagini, i ritmi interni

Ci sono diversi motivi, in questa manciata di frase. E a me piace soprattutto il senso di quell'altrove che regala la parola scritta: sia scritta da noi oppure da noi solo letta.

E' quell'altrove che faccio mio fin dal titolo di questo blog: i libri sono viaggi, appunto.

sabato 8 maggio 2010

Con Andrea De Carlo la magia della parola


A cena Andrea De Carlo aveva scosso la testa e noi con lui: chi verrà mai a questo incontro in Casentino, lontano da ogni grande città, in una sera come questa, poi, maggio che pare novembre, con la nebbia sul passo che si taglia sul coltello.

Più tardi siamo arrivati alla Mausolea, la villa scelta dalla Fondazione Baracchi per il secondo incontro de Le Parole e il Silenzio, questa volta dedicato alle strade della creatività. E sorpresa, la sala era gremita, piena di persone che avevano deciso di uscire sotto la pioggia e fare chilometri per parlare di scrittura e di lettura.

Andrea De Carlo non si è risparmiato. Ha parlato dell'urgenza della scrittura che lo ha accompagnato fin da bambino, quando sognava sulle avventure di Emilio Salgari (dopo ci siamo reciprocamente riconosciuti come salgariani convinti, certe cose sono come il Dna) e ascoltava la musica del grande Bob Dylan. Ha raccontato dei personaggi dei suoi romanzi che lo accompagnano anche dopo che ha spento il computer e ha concluso il libro, grumi di realtà, compagni di vita. Ha spiegato che le parole sono importanti, sono ponti per condividere non passerelle per esibirsi, per questo
vale usare quelle che impegnano maggiormente la lingua e risuonano più a lungo nelle orecchie.

Ma poi i veri protagonisti sono stati loro. I ragazzi delle scuole superiori, che hanno dedicato un venerdì sera (con il compito di latino che li aspetta questa mattina...) a parlare con uno scrittore, dopo aver letto insieme Due di Due, un libro che a distanza di 20 anni parla ancora ai loro cuori (come prima ha parlato alla mia generazione. E poi le persone del Club del libro del Casentino che dall'anno scorso si ritrovano ogni mese perché è vero, in questa valle non c'è nemmeno una libreria, però i libri vanno accompagnati, vanno condivisi, i libri non solo solitudine, ma possibilità di relazione.

E io sono tornato a casa con quelle due citazioni conclusive che mi giravano per la testa.

Oscar Wilde: L’arte, tutta, è completamente inutile. Aveva torto marcio, è ovvio, il grande Oscar

E George Bernard Shaw: Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso; e si usano le opere d'arte per guardare la propria anima.

Vero, verissimo. Andrea De Carlo con questa serata ci ha aiutato a esserne convinti.

giovedì 8 aprile 2010

Le Parole e il Silenzio tornano in Casentino


Il silenzio, perché solo il silenzio ci può aiutare a cogliere parole non superflue; ma anche le parole, almeno le parole che scavano e lasciano qualche impronta, perché sono esse a riportarci agli stupori del silenzio: là dove un incontro che si conclude, un arrivederci, un ritorno a casa non è detto rappresentino solo una conclusione, piuttosto suggeriscono un nuovo pensiero, una possibile lettura, magari un seme di una futura discussione.

Così scrivevo tre anni fa assieme all'amico Massimo Orlandi (leggete il suo Invisibile agli occhi, bellissimo), per presentare il primo ciclo di Le parole e il silenzio, gli incontri promossi dalla Fondazione Baracchi nei luoghi più suggestivi di una delle più belle valli toscane, il Casentino (una valle, appunto, che sembra fatta apposta per i silenzi e per le parole condivise).

In questi anni grazie a Le Parole e al Silenzio (e ovviamente grazie alla generosità e all'entusiasmo della Fondazione) abbiamo avuto modo di conoscere e condividere parole importanti con ospiti come Lella Costa, Maurizio Maggiani, Erri De Luca, Tito Barbini, solo per ricordare i primi che mi vengono in mente. Abbiamo parlato a lungo di Tiziano Terzani e dei suoi insegnamenti per la pace e per trovare la salute anche nella malattia. La manifestazione è cresciuta, di anno in anno, e ora è di nuovo ai nastri di partenza, per la quarta edizione.

L'anno scorso il filo comune a tutti gli incontri fu l'ascolto, quest'anno è un'altra azione solo apparentemente umile, lo sguardo, con la consapevolezza che ogni nuovo sguardo è in realtà un nuovo modo di guardare il mondo.

Si inizia il prossimo sabato con lo sguardo che passa attraverso lo schermo del computer e la rivoluzione digitale. Il prossimo mese si continua con lo sguardo della creatività, insieme a un autore che non ha bisogno di presentazione come Andrea De Carlo
Sono contento di poter dare una mano a Le parole e il silenzo anche quest'anno. Sono contento di potere parlare ora non di conferenze o dibattiti come tanti altri, ma di incontri che, al di là dei numeri, ricordano l'atmosfera di antichi convivi.

(sul sito della fondazione trovate il programma completo).

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