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martedì 27 gennaio 2015

Per il Giorno della Memoria: il nome di Enrica, il nome di tutti





Penso ai numeri dell'ecatombe. Quanti sono stati? Sei milioni? Qualcuno meno, qualcuno di più?

Troppi zeri: è una cifra così enorme da perdere di consistenza. Il suo significato si smarrisce. Non riesco a contare sei milioni di uomini, di donne, di bambini. Non posso vederli. Non posso immaginarmeli uno accanto all'altro.

Ma sarebbe lo stesso, e sarebbe sempre troppo, con uno zero in meno, con due zeri in meno, con tre zeri in meno. Anche mille sono inconcepibili, anche cento...

Lo so, c'è un solo numero che mi consentirà di comprendere.

Uno.

Uno, perché una sola la persona. Quella persona. Proprio quella e non altre. Lei che ho scelto per accompagnarmi. Lei, purché ne riesca a cogliere la vita prima della morte.

Enrica.

Quel volto.


                                                                           (Paolo Ciampi, Un nome, Giuntina)

mercoledì 31 dicembre 2014

Tiziano, che ora voleva vivere una vita senza nome



Quando viene il mio turno al microfono, dico che è una sfida parlare di me, perché, compiendo 60 anni pochi mesi fa, ho deciso di non parlare più di me, di non ricorrere più al mio passato come a una moneta di scambio, come a una misura di grandezza e che, avendo speso una vita a farmi un nome, volevo ora viverne una senza nome.

Per cui quel che avevano davanti a sé era un a persona che cercava di non ripetersi, di non farsi bella di quel che era stata, ma una persona che cercava di essere nuova e che voleva essere conosciuta semplicemente come Anam.

(da Tiziano Terzani, Un'idea di destino. Diari di una vita straordinaria, Longanesi)

mercoledì 11 aprile 2012

A Primo Levi, che 25 anni fa ci lasciò

Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. 

In un attimo con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: condizione umana più misera non c'è e non può essere pensata. 

Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero non ci capirebbero. 

Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo rimanga.


(Da Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi)

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...