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lunedì 5 ottobre 2015

Il matematico, artista che trasforma il buio in luce

Ho camminato per un po' lungo il fiume, con la notte nei capelli, nelle tasche e sui vestiti.

So che la notte è tenera per l'immaginazione; a quell'ora, in tutta la città, c'erano artisti che temperavano le matite, intingevano i pennelli e accordavano le chitarre.

Altri, con i loro teoremi e le loro equazioni, godono altrettanto delle possibilità del mondo.

Il mondo ha bisogno degli artisti. Ciascuno di loro trasfigura in parole e immagini, in numeri e note la proprio porzione della notte. 

Un matematico nel suo studio scorge qualcosa che fino ad allora era invisibile, e si accinge a trasformare il buio in luce.

(Daniel Tammet, La poesia dei numeri. Come la matematica mi illumina la vita, Zanichelli)

venerdì 8 maggio 2015

Viaggio nei numeri. E nella loro bellezza

Cos'è il numero, che l'uomo lo può capire? E cos'è l'uomo, che può capire il numero?

A porsi queste domande, poco più di mezzo secolo fa, era uno scienziato come Warren McCulloch. In realtà queste stesse domande ci accompagnano da quando uomo è uomo. Direi che appartengono alle grande domande della nostra filosofia, intesa come tentativo di indagare sulle possibilità della nostra mente e di dare un senso a ciò che apparentemente senso non ha.

E allora arrivano da lontano citazioni che sono anche tentativi di risposta. Il Libro dei morti dell'Antico Egitto: Puoi portarmi un uomo che non sappia contare sulle dita? Filolao, con uno dei suoi frammenti: Senza numeri, non si può né pensare, né conoscere. Oppure Agostino, che si interroga sl mistero del creato: Togli i numeri alle cose, e tutte periranno.

Già cos'è il numero? E come può aiutarci a capire meglio noi stessi e ciò che ci circonda?

Se domande così sono tentatrici - e sono sicuro che lo siano - c'è un libro che fa per voi: Il museo dei numeri di Piergiorgio Odifreddi (Mondadori).

Senza nessuna polemica, questa volta. Odifreddi non se la prende con niente e con nessuno, piuttosto si tuffa nei numeri e si affida al loro incanto. Si abbandona alle loro suggestioni e ne insegue i milli fili. Che possono portare anche alle domande ultime, quelle dei teologi, perché non c'è religione, alla fine, che non si sia misurata anche con i numeri.

Da zero verso l'infinito: storie che si incrociano con il pensiero, l'arte, la storia. Con tutto ciò che ci riguarda.

Diceva Proclo, nel suo commento a Euclide: Dovunque c'è numero, c'è bellezza.

Diceva Virgilio, nelle sue Bucoliche: Dio ama i numeri dispari.

Cosa c'entri non lo so. Però c'entra, in qualche modo.

venerdì 6 giugno 2014

Senza numeri si dice tutto anche della pulce

Quelli che preferiscono non usare i numeri sono in grado di dimostrare qualsiasi cosa.

Mettono una pulce su un piatto e le dicono: "Salta!". Se la pulce salta, annotano nel loro librone sapienziale: "La pulce salta quando glielo si ordina".

Poi, con circospezione, le strappano due zampe, la rimettono sul piatto e le ordinano di nuovo di fare un balzo. Però, stavolta, la pulce non accenna a muoversi e quelli, nel loro libro della saggezza, annotano: "Se alla pulce vengono strappate le zampe, diventa sorda". 

(Thomas Vogel, L'ultima storia di Miguel Torres da Silva, Ponte alle Grazie)

venerdì 10 agosto 2012

Se il numero 1 è come Charlie Chaplin

Ogni volta che vedo scritto 1 mi vien voglia di aiutarlo a fuggire. Non ha né padre né madre, è cresciuto in un orfanotrofio, si è fatto da solo e ha sempre alle calcagna quel maledetto zero che vuole raggiungerlo e, davanti, tutta la mafia dei grandi numeri che lo aspettano al varco.


Il numero 1 è una specie di certificato che attesta uno stato di continua prenascita con assenza di fecondazione e di ovulo. Aspira a essere il 2 non fa che correre restando sul posto, e qui sta il comico.


Gli 1 sono dei microrganismi. Io vado sempre al cinema a vedere i vecchi film di Charlot e rido come se a ridere fosse lui e non io. 


Se ne avessi il potere, farei sempre interpretare l'1 da Charlot, cappelluccio e bastoncino, inseguito dal grosso zero che lo minaccia con quell'occhio tondo che ci guata, e che fa di tutto per impedire all'1 di diventare 2.

(da Romain Gary, Mio caro pitone, Neri Pozza)

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...