Visualizzazione post con etichetta Zurigo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Zurigo. Mostra tutti i post

domenica 6 aprile 2014

Le domanda che Rumiz si faceva sul grande Kapu

Diavolo di un uomo, pensai mentre ci avviavamo al check-in, dove starà la sua forza?

Come avrà fatto, quella specie di curato di campagna, a tornare con i taccuini pieni di storie?

Sul volo da Zurigo a Milano mi accorsi che ringraziava le hostess per ogni nonnulla. "La nostra professione dipende dagli altri", sorrideva quasi per scusarsi della sua gentilezza. "Se non hai rispetto per gli altri, ti si chiudono tutte le porte". 

Era euforico, non mostrava di avere più di diecimila ore di volo alle spalle. Non criticava nessuno, neanche le persone più detestabili. In Polonia girava voce che di fronte alla domanda: "Cosa pensa di Hitler?" avesse risposto con un memorabile: "Non era una brava persona"

(Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti, Feltrinelli)

martedì 19 giugno 2012

Fa così buio, che solo le parole sono luce

Prendete un giornale. Prendete le forbici. Scegliete nel giornale un articolo della lunghezza che desiderate per la vostra poesia. Ritagliate l'articolo. Ritagliate poi accuratamente ognuna delle parole che compongono l'articolo e mettetele in un sacco. Agitate delicatamente. Tirate poi fuori un ritaglio dopo l'altro dispondendoli nell'ordine in cui sono usciti dal sacco. Copiate scrupolosamente. La poesia vi somiglierà. Ed eccovi divenuto uno scrittore infinitamente originale e di squisita sensibilità, benché incompresa dal volgo.

Sono le righe più celebri di Tristan Tzara, il poeta che nel 1918 a Zurigo legò il suo nome al dadaismo e che in realtà si chiamava Samuel Rosenstock ed era nato in Romania sul finire dell'Ottocento.

Dadaismo: cioè insurrezione estetica, parola in piena libertà, sberleffo anarchico contro ogni autorità e convenzione.

Ed è vero, a tutto questo è legato indissolubilmente Tristan Tzara. Però non è male vedere ciò che c'è stato prima e anche ciò che c'è stato dopo, in questo uomo. L'inquietudine, l'impegno civile, la parola come un lampo al crepuscolo.

Avant Dada, insomma, e questo è anche il titolo di una raccolta pubblicata dalla casa editrice Barbés. Avant Dada, ma sempre aggrappandosi alla parola, alla sua possibilità di salvezza. Quella che Samuel Rosenstock, alias Tristan Tzara riassumeva in un verso bellissimo, davvero fatto di luce:


Fa così buio, che solo le parole sono luce.

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...