Elizabeth von Arnim scrisse 21 romanzi, ebbe due mariti, un conte tedesco oppressivo e un conte inglese vendicativo, cinque figli che non le diedero grandi soddisfazioni, un certo numero di amanti e di amatissimi cani....
Che bella, la pagina che Natalia Aspesi, su Repubblica, dedica a Elizabeth von Arnim, donna che nacque in Australia, morì negli Stati Uniti, ma visse in Germania, Inghilterra e altri paesi; donna libera e irrequieta, grande scrittrice, a cavallo tra Ottocento e Novecento.
La sua storia è anche la storia di quanto sia stato difficile per le donne strappare non solo il diritto al voto, ma anche il loro posto nella letteratura. Scrive Natalia Aspesi:
Scrivere allora era l'unica forma di creatività femminile appena tollerata, e le scrittrici venivano spesso considerate creature sospette, poco raccomandabili, anche ridicole, almeno secondo la stampa satirica. Molte autrici sceglievano di tutelarsi, nascondendosi dietro un nome maschile... Dopo furibondi litigi domestici, quella che poi avrebbe scelto di firmare i suoi ventun libri come Elizabetg von Arnim, ottenne dal marito il permesso di pubblicare la sua prima opera, a patto che risultasse di anonimo autore, in modo da rendere impossibile identificarla per non macchiare il glorioso stemma di famiglia.
Quel libro era Il Giardino di Elizabeth e ha rappresentato la più deliziosa delle vendette. Perché ancora oggi viene pubblicato e letto - in Italia lo ha fatto Bollati Boringhieri - e sulle sue pagine è possibile scoprire questa scrittrice ironica, spregiudicata, perfino spietata nel mettere in croce una società boriosa, superficiale, vecchia, ingiusta.
Del marito e del suo glorioso stemma di famiglia oggi non si ricorda più nessuno.... la vendetta più deliziosa è anche quella che si serve fredda e si consuma nel tempo.
Che bella, la pagina che Natalia Aspesi, su Repubblica, dedica a Elizabeth von Arnim, donna che nacque in Australia, morì negli Stati Uniti, ma visse in Germania, Inghilterra e altri paesi; donna libera e irrequieta, grande scrittrice, a cavallo tra Ottocento e Novecento.
La sua storia è anche la storia di quanto sia stato difficile per le donne strappare non solo il diritto al voto, ma anche il loro posto nella letteratura. Scrive Natalia Aspesi:
Scrivere allora era l'unica forma di creatività femminile appena tollerata, e le scrittrici venivano spesso considerate creature sospette, poco raccomandabili, anche ridicole, almeno secondo la stampa satirica. Molte autrici sceglievano di tutelarsi, nascondendosi dietro un nome maschile... Dopo furibondi litigi domestici, quella che poi avrebbe scelto di firmare i suoi ventun libri come Elizabetg von Arnim, ottenne dal marito il permesso di pubblicare la sua prima opera, a patto che risultasse di anonimo autore, in modo da rendere impossibile identificarla per non macchiare il glorioso stemma di famiglia.
Quel libro era Il Giardino di Elizabeth e ha rappresentato la più deliziosa delle vendette. Perché ancora oggi viene pubblicato e letto - in Italia lo ha fatto Bollati Boringhieri - e sulle sue pagine è possibile scoprire questa scrittrice ironica, spregiudicata, perfino spietata nel mettere in croce una società boriosa, superficiale, vecchia, ingiusta.
Del marito e del suo glorioso stemma di famiglia oggi non si ricorda più nessuno.... la vendetta più deliziosa è anche quella che si serve fredda e si consuma nel tempo.
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