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sabato 7 dicembre 2013

Un grande poeta è la meno poetica delle creature





Se aveste comprato il pacchetto completo del genio romantico - o la sua versione successiva, il supremo esteta, per il quale la vita stessa doveva essere una meravigliosa composizione - avreste avvertito con molta probabilità la pressante esigenza di un doppio: qualcuno che potesse recitare le parti più esaltate mentre voi russavate a bocca aperta.


O viceversa, qualcuno che russasse mentre scrivevate la poesia.

"Un grande poeta, un poeta davvero grande, è la meno poetica delle creature", dice Lord Henry Wotton nel Ritratto di Dorian Gray, sgonfiando l'idea romantica del Grande Poeta col portarla alla sua conclusione logica; e la conclusione logica è che se la poesia è espressione di sé e un grande poeta mette nella sua opera tutto ciò che di buono è dentro di sé, non ne resta molto per la sua vita.

(Margaret Atwood, Negoziando con le ombre, Ponte alle Grazie)

domenica 28 agosto 2011

L'alba ai giapponesi, il tramonto agli europei

Il mondo è bello perché è vario, si sa, e la varietà sta anche nel modo in cui si percepisce il mondo. Emozioni, parole, rappresentazioni diverse, anche se ciò che abbiamo davanti è uguale. Sperimentare questa varietà, penso, è quanto di più bello ci possa toccare in sorte. E proprio questo mi è venuto in mente l'altro giorno, imbattendomi su questa pagina dei diari di Fosco Maraini:

In Giappone si segue molto da vicino il corso giornaliero del sole. Già la casa è fatta in modo che non è facile nascondersi al buio, una volta svanita la notte. I giapponesi sono grandi ammiratori dell'alba. L'arte, la letteratura, la poesia giapponesi sono intessute d'inni in colori e parole a questo momento di privilegio nella giornata degli uomini e delle cose.... Noi pensiamo di ammirare il tramonto perch'è bello, lo ammiriamo perché ci hanno insegnato ch'è bello. In Giappone, salvo certi studenti abbeveratisi al romanticismo occidentale, nessuno lo nota; anzi è considerato triste, di cattivo augurio

(da Dacia e Fosco Maraini, Il Gioco dell'universo, Mondadori)


Lo stesso sole, lo stesso ritmo delle albe e dei tramonti, due mondi diversi. 


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