Il profano pensa che l'ispirazione sia qualche cosa di magico che chi scrive deve star lì ad aspettare, quando viene e se viene.
E' molto bello pensare al poeta che guarda il cielo azzurro in attesa dell'ispirazione. Ma non è così. Si scrive quando si vuole, e l'ispirazione, forse, non esiste. Come in tutte le cose, bisogna soltanto aver voglia di scrivere, averne piacere.
Anche per stirare un mucchio di biancheria o per fare una maglia con i ferri bisogna averne voglia e piacere, se no si lavora male e si sbaglia.
Non è l'ispirazione che manca al poeta che guarda il cielo azzurro, è la voglia.
(Giorgio Scerbanenco, Il viaggio di una vita, Frassinelli)
E' molto bello pensare al poeta che guarda il cielo azzurro in attesa dell'ispirazione. Ma non è così. Si scrive quando si vuole, e l'ispirazione, forse, non esiste. Come in tutte le cose, bisogna soltanto aver voglia di scrivere, averne piacere.
Anche per stirare un mucchio di biancheria o per fare una maglia con i ferri bisogna averne voglia e piacere, se no si lavora male e si sbaglia.
Non è l'ispirazione che manca al poeta che guarda il cielo azzurro, è la voglia.
(Giorgio Scerbanenco, Il viaggio di una vita, Frassinelli)
E' giallo, giallo con tutti i crismi, La sabbia non ricorda di Giorgio Scerbanenco, un nome che quando fai sembra per forza scomodare una fila di affermazioni che ormai sanno di luogo comune - ma chi dice che gli italiani non sanno scrivere gialli? - E' giallo, ma senza eccessivi sprechi di sangue e di effetti speciali, giallo che forse proprio per questo sa farsi tragedia, riflessione sulla condizione umana, racconto morale.
Perché è tutto questo Giorgio Scernabenco, questo sguardo disilluso e malinconico sull'Italia degli anni Sessanta, quando centomila lire potevano cambiare la vita, i carabinieri si muovevano in corriera, le canzoni si ascoltavono al jukebox e non con l'ipod.
Così diversa, quell'Italia, e forse così uguale a quella dei nostri giorni. E anche questo fa parte del gioco, è il gioco che si fa tragedia.