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giovedì 11 agosto 2016

In viaggio con Tito, a caccia di ombre

Racconta Luis Sepùlveda in Patagonia Express:

Iniziai a camminare nel parco, poi per le strade deserte, e all'improvviso mi accorsi che l'eco dei miei passi si moltiplicava. Non ero solo. Non sarei stato solo mai più. Coloane mi aveva passato i suoi fantasmi, i suoi personaggi, gli indio e gli emigranti di tutte le latitudini che abitano la Patagonia e la Terra del Fuoco, i suoi marinai e i suoi vagabondi di mare.

L'avevo già incontrata, questa frase, però sono contento che Tito Barbini l'abbia scelta come epigrafe de Il cacciatore di ombre, che dopo esser uscito per Vallecchi, viene riproposto ora da Aska.

Soprattutto libro che non ci sarebbe mai stato senza la scoperta dell'autore di non essere più solo. Aveva per compagno di viaggio un uomo che solo per l'anagrafe non c'era più, Don Patagonia, straordinaria figura di missionario ed esploratore.

Da scoperte così, ne sono convinto, devono essere segnati i nostri viaggi. Per dire, come fate a percorrere ciò che rimane del Vallo di Adriano, nel nord dell'Inghilterra, senza avvertire alle vostre spalle i passi dell'imperatore e dei suoi centurioni? Come fate a incamminarvi per la Via Francigena senza lasciarvi accompagnare dalle ombre dei suoi pellegrini?

Non siamo mai soli, nei nostri viaggi. Non lo dobbiamo essere. Coltiviamo la compagnia che ci arriva da altri tempi. Altre profondità regalano ai nostri viaggi.

venerdì 27 maggio 2016

Wild, come ritrovarsi nel cammino più difficile

Me ne stavo andando. La California scorreva dietro di me come un lungo velo di seta. Non mi sentivo più una sprovveduta. E nemmeno un'amazzone cazzutissima. Mi sentivo fiera e umile e pacificata interiormente, come se anch'io fossi al sicuro lì.

Cheryl ha solo 26 anni e la sua vita è già entrata in un tunnel del quale non si scorge l'uscita. La morte della madre, divorata da una malattia, l'ha spinta sul ciglio del precipizio. Ha sfasciato un matrimonio, sta giocando pericolosamente con le droghe. Vai a sapere com'è che a un certo punto intravede un'altra strada. Una strada che è davvero una strada: lunga, difficile, solitaria. Eppure proprio su quella strada potrà ritrovare se stessa e recuperare un senso.

Così un giorno parte, per l'esperienza meno prevedibile della sua vita che è disordine all'ennesima potenza. Percorrerà a piedi l'intero Pacific Crest Trail, il sentiero che taglia da nord a sud gli Stati Uniti, dal Messico al Canada, attraversando deserti e scalando cime innevate. Tutt'altra cosa rispetto alla nostra via Francigena, per intendersi: vera wilderness, dove gli incontri che devi mettere in conto sono con serpenti a sonagli, orsi e uomini meno raccomandabili dei serpenti e degli orsi.

Fa pena vederla partire con quello zaino più grande di lei, dove ha stipato tutto alla rinfusa, a partire dalle cose più inutili e pesanti. Una sprovveduta, appunto: senza esperienza, senza fiato, il corpo fiaccato dagli eccessi.

Eppure parte, va avanti, non si arrende. Eppure va avanti e arriva in fondo.

Da leggere, di Cheryl Strayed (Piemme): una storia di tenacia, fuga, rinascita
Wild

lunedì 16 maggio 2016

Tutta la Francigena nelle parole di Andrea Vismara

Ne accarezzi l'idea per tanto tempo, poi un giorno parti sul serio. E quello che era un sogno, una promessa, un obiettivo da tirare fuori dal cassetto e da spolverare di tanto in tanto, ecco, diventa davvero strada, diventa polvere e sudore, diventa un passo dietro l'altro. Diventa viaggio della vita, esperienza che ti cambia, o piuttosto ti riporta a ciò che sei davvero.

E' quanto fa Andrea Vismara per 913 chilometri e 39 tappe, dalla Val di Susa a Roma. E' quanto poi racconta in un bel libro, La mia Francigena (Edizioni del Cammino), che sa essere molte cose insieme: diario di viaggio - tutto è cominciato con i testi di un blog - e narrazione distesa, guida e riflessione sul cammino. Anzi, sul Cammino, con la meritata maiuscola. Senza enfasi, però, perché Andrea non si prende mai troppo sul serio, c'è sempre un sorriso a dare la giusta misura delle cose, a cancellare ogni eccesso. A smitizzare, anche, tanto la Francigena basta a se stessa.

Però quante cose che ci sono: borghi antichi e paesaggi da incanto, risaie padane e colline toscane, animali totemici e strani tipi che poi sono quelli che abbondano sempre tra il popolo dei camminatori. Sorprese esaltanti e certo anche qualche delusione, è ovvio.

Tante cose, dentro il silenzio, dentro la rarefazione dei giorni in cammino. Tante ma al posto giusto, ben sistemate tra il momento in cui si parte e il momento dell'ultimo passo. Quando si depone lo zaino, ci si guarda intorno, si ripensa a casa. E comincia un'altra vita.

lunedì 2 maggio 2016

Da Canterbury a Roma, il cammino della vita

Metti che una volta parti davvero, zaino in spalla e gambe che non aspettano altro che di macinare la strada. Metti che davanti hai qualcosa come 1.600 chilometri e l'idea che questo possa essere davvero il viaggio della vita, perché non è che il viaggio della vita debba per forza implicare un altro continente, una meta esotica. Metti che il modo per regolare diverse cose con te stesso sia quello di inseguire le tracce di viandanti e pellegrini di secoli fa, ombre di un cammino che solo negli ultimi anni è ritornato in voga.... e si parla ovviamente della Via Francigena, ma non di un pezzo della via Francigena, proprio di tutta la via Francigena, da Canterbury a Roma.

E' quanto ha fatto, qualche tempo fa, Enrico Brizzi, insieme a Marcello Fini, al fotografo Valerio Gnesini, e di volta in volta qualche altro compagno di tappa. I diari che sono frutto di questa esperienza, pubblicati da Ediciclo, sono una bella lettura: insieme guida e suggestione, riflessione e proposta.

Comincia con una strada che non domanda altro che essere percorsa. Tre mesi e 33 città dopo rimane l'emozione di una viaggio strano e fertile: stipato come fu d'incontri con sant'uomini e personaggi bislacchi, viaggiatori autentici e semplici turisti, e arricchito dagli ultimi richiami del sacro e del selvaggio nel cuore dell'Europa occidentale.

Poi uno sistema questo libro sullo scaffale ed è già via con l'immaginazione: quale sarà il mio cammino, il mio viaggio della vita?

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...