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lunedì 20 aprile 2020

Birra e chiacchiere del Buster Keaton di Praga

Bohumil Hrabal è uno scrittore che mi piace fin dal nome e che in qualche modo riesco a immaginarmi nella vita di ogni giorno: ci sono scrittori per cui anche questo conta, non puoi prescinderne.
Lui faticava durante il giorno, però di sera si prendeva il suo tempo in una delle tante belle osterie di Praga e lì si metteva a scrivere pagine che mi immagino inzuppate da tanta birra e ingarbugliate da molte conversazioni sul niente e sul tutto.

Da tutto questo balzò fuori uno scrittore insolito, irresistibile sia nell’umorismo che nella dolcezza surreale e struggente.

Una sorta di Buster Keaton della letteratura, mi verrebbe da dire, anche se in effetti Hrabal non lo puoi paragonare a niente che non presupponga il suo essere in tutto e per tutto abitante di Praga.

Treni strettamente sorvegliati (E/O edizioni) è il primo libro che lo ha fatto conoscere in Italia, diversi anni fa, grazie anche a un film che da esso è stato tratto. Io me ne sono innamorato allora, ma in questi giorni sono tornato a sfogliarlo, indugiando su diverse pagine.

C'è già tutta la sua forza, la sua inventiva, la sua poesia sbilenca, la sua capacità di strappare un sorriso e un brindisi anche alle miserie che sono di tutti noi. Merita.

venerdì 19 aprile 2013

Nella nube dei libri che ho trovato quel giorno

Così alienato e derubato ritorno anche dal lavoro, silenzioso e in profonda meditazione cammino per le vie, oltrepasso i tram e le auto e i passanti nella nube dei libri che ho trovato quel giorno e che porto a casa nella borsa, passo sognante col verde senza neppure accorgermene, non urto contro i lampioni né contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di sporcizia, ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualche cosa che ancora non so

Che straordinario personaggio, che è Hanta, il protagonista di Una solitudine troppo rumorosa del grande Bohumil Hrabal, lo scrittore che amava raccontare conversazioni bagnate di buona birra, cieli stellati su Praga, personaggi strampalati.

Hanta è una goccia nel mare della vita. Hanta è un operaio. Hanta vive mandando al macero la carta. Grazie alle sue mani e ai suoi muscoli fiumi di parole finiscono sotto la pressa e spariscono per sempre. Solo che di tanto in tanto la sua attenzione viene richiamata da un titolo, da una copertina, da una pagina aperta a caso. E quel libro si salva, quelle parole tornano con lui a casa, lo accompagnano nella notte.

E' un uomo solo, Hanta. E' un uomo che si fa accompagnare da una moltitudine di voci e di parole.

Credo che tutti noi che amiamo i libri siamo un po' come Hanta. Costretti a lasciare inghiottire dall'oblio molte parole. Ma ben disposti a salvarne qualcuna.

mercoledì 6 luglio 2011

Geoffrey, Guy, Dean e tutti gli altri

Per uno come me, che cercava la lucidità nell'alcol, anche la calligrafia aveva un andamento ubriaco
(Geoffrey Firmin, da Sotto il vulcano di Malcom Lowry)

Vi basti sapere che mi chiamo Juan Pablo Castel e sono un pittore e un assassino. So per mestiere che gli essere umani possono essere paesaggi, scogliere, finestre, navi che partono, ma il più delle volte sono legno marcio
(Juan Pablo Castel, da Il tunnel di Ernesto Sàbato)


Per chi come me ha la radice del nome nel primo giorno della settimana non era proprio possibile resistere alla tentazione che tutto potesse ricominciare
(Guy Montag, da Fahrenheit 451 di Ray Bradbury)

Per il mio amico Sal, il mio è un altro dei nomi che si possono dare all'irrequietezza
(Dean Moriarty, da Sulla strada di Jack Kerouac)

Forse Dio, mi chiedo nelle pause del mio smisurato lavoro, è un operaio come me. Chissà se anche la sua solitudine sia altrettanto assordante
(Hanta, da Una solitudine troppo rumorosa di Bohumil Hrabal)

 Ecco, sono personaggi così a cui Fabio Stassi in Holden, Lolita, Zivago e gli altri dona la voce.

Parlano in prima persona e in questo modo è come se si staccassero dalla pagina, ombre che si alzano e ci vengono dietro. Compagni di vita che è bello immaginarsi intorno a noi. Con tutta l'umiltà che ci è necessaria per ascoltare cosa davvero ci dicono.

sabato 23 aprile 2011

La rumorosa solitudine che salvava i libri

Così alienato e derubato ritorno anche dal lavoro, silenzioso e in profonda meditazione cammino per le vie, oltrepasso i tram e le auto e i passanti nella nube dei libri che ho trovato quel giorno e che porto a casa nella borsa, passo sognante col verde senza neppure accorgermene, non urto contro i lampioni né contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di sporcizia, ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualche cosa che ancora non so

Che straordinario personaggio, che è Hanta, il protagonista di Una solitudine troppo rumorosa del grande Bohumil Hrabal, lo scrittore che amava raccontare conversazioni bagnate di buona birra, cieli stellati su Praga, personaggi strampalati.


Hanta è una goccia nel mare della vita. Hanta è un operaio. Hanta vive mandando al macero la carta. Grazie alle sue mani e ai suoi muscoli fiumi di parole finiscono sotto la pressa e spariscono per sempre. Solo che di tanto in tanto la sua attenzione viene richiamata da un titolo, da una copertina, da una pagina aperta a caso. E quel libro si salva, quelle parole tornano con lui a casa, lo accompagnano nella notte.


E' un uomo solo, Hanta. E' un uomo che si fa accompagnare da una moltitudine di voci e di parole.


Credo che tutti noi che amiamo i libri siamo un po' come Hanta. Costretti a lasciare inghiottire dall'oblio molte parole. Ma ben disposti a salvarne qualcuna.

lunedì 15 novembre 2010

Un Buster Keaton nelle birrerie di Praga

Bohumil Hrabal faticava durante il giorno, però di sera si prendeva il suo tempo in una delle tante belle osterie di Praga e lì si metteva a scrivere pagine che mi immagino inzuppate da tanta birra e ingarbugliate da molte conversazioni sul niente e sul tutto.

Da tutto questo balzò fuori uno scrittore insolito, irresistibile sia nell’umorismo che nella dolcezza surreale e struggente. Una sorta di Buster Keaton della letteratura, mi verrebbe da dire, anche se in effetti Hrabal non lo puoi paragonare a niente che non presupponga il suo essere in tutto e per tutto abitante di Praga.

Treni strettamente sorvegliati è il primo libro che lo ha fatto conoscere anche da noi, grazie anche a un film di Jiri Menzel (nella foto) che da esso è stato tratto: e c'è già tutta la sua forza, la sua inventiva, la sua poesia sbilenca, la sua capacità di strappare un sorriso e un brindisi anche dalle miserie che sono di tutti noi.

Da leggere e volare con la fantasia verso un paese - la Cecoslovacchia - che non c'è nemmeno più.

mercoledì 16 giugno 2010

Quel poeta sbruffone nelle birrerie di Praga


Vi dice niente il nome di Hrabal? Per quanto mi riguarda è una delle persone che con le sue pagine mi ha fatto volare più lontano.

Pensando a lui mi è sempre venuto in mente una sorta di Buster Keaton della letteratura, anche se in effetti Hrabal non lo puoi paragonare a niente che non presupponga il suo essere in tutto e per tutto abitante di Praga.

Hrabal faticava durante il giorno, però di sera si prendeva il suo tempo in una delle tante belle osterie di Praga e lì si metteva a scrivere pagine che mi immagino inzuppate da tanta birra e ingarbugliate da molte conversazioni sul niente e sul tutto.

Da tutto questo balzò fuori uno scrittore insolito, irresistibile sia nell’umorismo che nella dolcezza surreale e struggente.

Nei suoi libri c'è molto di Praga e molto della vita di un uomo che si proclamava apprendista sbruffone, estimatore del sole nei ristoranti all’aperto e bevitore della luna che si specchia nel selciato bagnato. Con più malinconia del solito, complice le ferite del tempo e la stanchezza di una vita operaia...

Non dico che sia una lettura facile, ma trovatela una voce come la sua, densa, irriverente, stralunata, così generosa di una incomprensibile vitalità...

E stupitevi della sua forza, della sua inventiva, della sua poesia sbilenca, della sua capacità di strappare un sorriso e un brindisi anche dalle miserie che sono di tutti noi.

mercoledì 26 agosto 2009

Un poeta sbruffone nelle birrerie di Praga


Vi dice niente il nome di Hrabal? Per quanto mi riguarda è una delle persone che con le sue pagine mi ha fatto volare più lontano.

Pensanso a lui mi è sempre venuto in mente una sorta di Buster Keaton della letteratura, anche se in effetti Hrabal non lo puoi paragonare a niente che non presupponga il suo essere in tutto e per tutto abitante di Praga.

Hrabal faticava durante il giorno, però di sera si prendeva il suo tempo in una delle tante belle osterie di Praga e lì si metteva a scrivere pagine che mi immagino inzuppate da tanta birra e ingarbugliate da molte conversazioni sul niente e sul tutto.

Da tutto questo balzò fuori uno scrittore insolito, irresistibile sia nell’umorismo che nella dolcezza surreale e struggente.

Nei suoi libri c'è molto di Praga e molto della vita di un uomo che si proclamava «apprendista sbruffone», «estimatore del sole nei ristoranti all’aperto» e «bevitore della luna che si specchia nel selciato bagnato». Con più malinconia del solito, complice le ferite del tempo e la stanchezza di una vita operaia...

Non dico che sia una lettura facile, ma trovatela una voce come la sua, densa, irriverente, stralunata, così generosa di una incomprensibile vitalità...

E stupitevi della sua forza, della sua inventiva, della sua poesia sbilenca, della sua capacità di strappare un sorriso e un brindisi anche dalle miserie che sono di tutti noi.

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