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mercoledì 5 settembre 2012

Quel viaggio aveva il marchio indelebile dei commiati. Ovunque ci dirigessimo, sempre al sud del 42° parallelo, la gente ci diceva che tutto stava cambiando molto in fretta, e non in meglio. Se negli anni Settanta scomparivano le persone ingoiate dalla macchina dell'orrore, in quei giorni scomparivano cose che fino ad allora erano sempre naturalmente esistite, come parte indiscutibile della vita.

E' facile convincersi che in Patagonia niente possa cambiare. E' facile, se guardi il suo cielo stellato, se macini gli infiniti chilometri delle sue distese, se semplicemente ti abbandoni al vento che non cessa un attimo, vento che passa, vento che dura più delle rocce.

E' facile, però succede che un giorno, bevendo mate a Parigi, uno scrittore come Luis Sepulveda e un fotografo come Daniel Mordinski concepiscano un viaggio in Patagonia. Scenderanno l'Argentina fino a Capo Horn, risaliranno il Cile fino all'Isola Grande di Chiloè. Tremilacinquecento chilometri, più o meno, da cui distillare un libro come un atto di amore.

Poi per anni quell'idea - il libro, non il viaggio - rimane lì, come sprofondata in un sonno che è meglio non disturbare. I libri sono davvero bestie molto strane, imprevedibili, non li puoi forzare, devi attendere che si sveglino da soli.

E quando il momento arriva, il libro è già diventata un'altra cosa. La Patagonia è cambiata, non è più quella di Bruce Chatwin o di Francisco Coloane, si respira un'aura di inesorabilmente perduto.

E queste pagine sono allora un inventario delle perdite, un prezzo esoso pagato al tempo, l'ennesima domanda che insegue il verso di Kavafis:

E ora che faremo senza i Barbari?

giovedì 12 luglio 2012

Il grande Osvaldo e la confusione con la vita

Soriano aveva appena pubblicato L'ora senza ombra, il suo ultimo romanzo, e ci spiegava che certi libri offrono un riparo durante la stesura, ma che questa diventa una lotta fra la tentazione di tirarla per le lunghe e l'onestà dell'autore che detesta i trucchi stilistici e una prolissità senza senso.


"Ci sono poi altri libri" diceva Soriano "che catturano lo scrittore, che si oppongono all'inevitabile finale e lo spingono verso abissi a cui è meglio non avvicinarsi".


"Come la vita" rifletté uno dei camerieri.


"Né più né meno" confermò Soriano, perché delle tante cose in cui crede uno scrittore, lui aveva fede soprattutto in una, quella che ci avverte del pericolo di confondere la vita che scorre dentro le pagine di un libro con l'altra che ribolle fuori dalla copertina.

(da Luis Sepulveda, Ultime notizie dal Sud, Guanda)

mercoledì 5 ottobre 2011

Viaggiando in compagnia delle ombre

Racconta Luis Sepùlveda in Patagonia Express:


Iniziai a camminare nel parco, poi per le strade deserte, e all'improvviso mi accorsi che l'eco dei miei passi si moltiplicava. Non ero solo. Non sarei stato solo mai più. Coloane mi aveva passato i suoi fantasmi, i suoi personaggi, gli indio e gli emigranti di tutte le latitudini che abitano la Patagonia e la Terra del Fuoco, i suoi marinai e i suoi vagabondi di mare

L'avevo già incontrata, questa frase, la ritrovo ora che Tito Barbini l'ha scelta come epigrafe de Il cacciatore di ombre, libro che, in effetti, non ci sarebbe mai stato senza la scoperta dell'autore di non essere più solo. Aveva per compagno di viaggio un uomo che solo per l'anagrafe non c'era più, Don Patagonia, straordinaria figura di missionario ed esploratore.

Da scoperte così, ne sono convinto, devono essere segnati i nostri viaggi. Per dire, come fate a percorrere ciò che rimane del Vallo di Adriano, nel nord dell'Inghilterra, senza avvertire alle vostre spalle i passi dell'imperatore e dei suoi centurioni? Come fate a incamminarvi per la Via Francigena senza lasciarvi accompagnare dalle ombre dei suoi pellegrini?

Non siamo mai soli, nei nostri viaggi. Non lo dobbiamo essere. Coltiviamo la compagnia che ci arriva da altri tempi. Altre profondità regalano ai nostri viaggi.

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...