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mercoledì 30 dicembre 2015

Poche pagine per raccontare grandi vite

Ci sono Voltaire e Zenone, Baudelaire e Teresa d'Avila, Freud e Pitagora, Balzac e Ildegarda de Bingen, ci sono loro e ci sono tanti altri personaggi, tante altre figure che hanno lasciato il loro segno. Scrittori e mistici, poeti e sapienti, sovversivi dello spirito e sognatori.

Che galleria, quella che percorriamo con Silvia Ronchey ne Il guscio della tartaruga (Nottetempo), magari scoprendo che per raccontare la loro vita, per spremerne il succo, non c'è bisogno di volumi ponderosi, possono bastare anche tre paginette di parole distillate.

Che cosa hanno in comune? Che cosa raccontano davvero le loro vite?

Forse il genio, la forza della creatività, la fame di profondità.

Forse. Ma in comune c'è soprattutto lo sguardo di una storica che non si accontenta di mettere insieme nomi e date (date, anzi, non ce ne sono proprio), ma che cerca lampi di umanità, frammenti di vita autentica.

Questo non è un dizionario di uomini (e donne) illustri.

Piuttosto una trama di citazioni, profonde, illuminanti, spiazzanti, essenziali per il tessuto del nostro passato, del nostro presente. E' bello perdersi dentro. 

sabato 27 giugno 2015

Il maledetto terzo giorno in bici e il paradosso di Zenone

Dicono che il terzo giorno sia il peggiore, per i viaggi su due ruote. Dicono e in realtà talvolta l'ho sperimentato. Il primo giorno anche i muscoli meno allenati raccolgono la sfida dell'entusiasmo e giocano sulla freschezza; il secondo non va affatto bene, ma uno lo sa, lo mette in conto, e sulle sue aspettative calibra la tappa e misura il rendimento; ma il terzo, perché il terzo proprio non si va, perché il nostro corpo è così molle e sfiatato?

L'ho sperimentato sulla mia pelle, il maledetto terzo giorno. Di volta in volta ho imprecato contro l'acido lattico, ho rimpianto la mia allergia agli allenamenti, ho studiato percorsi alternativi e soprattutto mezzi alternativi, hai visto mai che nei dintorni non ci sia una stazioncina. 

Ho tirato avanti così, con il miraggio di un comodo treno che per il popolo della bicicletta è l'equivalente del carro attrezzi per l'autista in panne. Macerandomi sui chilometri che non passano mai, sulla strada davanti che è sempre la stessa. Con contorno di deprimenti considerazioni sulla vischiosità dello spazio. E per pietanza qualche crudele disanima filosofica.

Al liceo, mi ricordo, scoprii Zenone, una di quelle teste che ai tempi la Grecia produceva in quantità industriale. 

Ricordate? Zenone e i suoi paradossi. La storia di Achille e la tartaruga che si sfidano alla corsa. Il piè veloce che accorda un vantaggio al suo risibile avversario, serenamente convinto che se la mangerà in un sol boccone. Solo che ogni volta che Achille raggiunge una posizione in precedenza occupata dalla tartaruga, quest'ultima è già avanzata, di poco ma è avanzata. E lo stesso quando arriva in quella nuova posizione. Il vantaggio diminuisce, tende verso l'infinitamente piccolo, però la tartaruga rimane sempre avanti. 

Dubito che la gazzella che il leone è sul punto di sbranare trovi motivo di conforto nella filosofia e in particolare in Zenone. Nemmeno io ne trarrei giovamento, nei panni dell'inseguito. Però il paradosso può acquistare una sua stupefacente parvenza di verità.

Avete presente quando i traguardi non si avvicinano mai? Quando semmai danno l'idea di allontanarsi?

(da Paolo Ciampi, Le nuvole del Baltico, Mauro Paglia editore)

lunedì 2 maggio 2011

Per la vita dei grandi bastano tre paginette

Ci sono Voltaire e Zenone, Baudelaire e Teresa d'Avila, Freud e Pitagora, Balzac e Ildegarda de Bingen, ci sono loro e ci sono tanti altri personaggi, tante altre figure che hanno lasciato il loro segno. Scrittori e mistici, poeti e sapienti, sovversivi dello spirito e sognatori. Che galleria, quella che percorriamo con Silvia Ronchey ne Il guscio della tartaruga, magari scoprendo che per raccontare la loro vita, per spremerne il succo, non c'è bisogno di volumi ponderosi, possono bastare anche tre paginette di parole distillate.

Che cosa hanno in comune? Che cosa raccontano davvero le loro vite?

Forse il genio, la forza della creatività, la fame di profondità.

Forse. Ma in comune c'è soprattutto lo sguardo di una storicache non si accontenta di mettere insieme nomi e date (date, anzi, non ce ne sono proprio), ma che cerca lampi di umanità, frammenti di vita autentica.

Questo non è un dizionario di uomini (e donne) illustri.

Piuttosto una trama di citazioni, profonde, illuminanti, spiazzanti, essenziali per il tessuto del nostro passato, del nostro presente.

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