Vedi, Ernesto, solcando questo mare, tutto a dritto, si arriva a
Gotland. Antica terra di spavaldi uomini di mare che con i loro
traffici si spingevano fino in Russia e avevano rapporti perfino con
i mercanti arabi. Gotland, anzi, l'isola di Gotland, la più grande
del Baltico. Per dare un'idea, come la Guadalupa e la Martinica messe
insieme.
Crocevia di rotte e di traffici, Gotland in effetti è conosciuta
anche per la sua lana. Ed è decisamente fiera delle sue pecore,
quasi le garantissero uno speciale appeal. Non solo perché vanta più
pecore che esseri umani. È che qui le pecore nere vanno per la
maggiore, ponendo qualche problema a chi è solito considerarle come
l'eccezione nel gregge, l'anomalia.
Gotland è in primo luogo il suo porto, Visby, città anseatica dove
per secoli hanno saputo convivere tedeschi, danesi, russi, lituani,
estoni. Città potente, città che si è fatta forte dei suoi
traffici. E quante merci che sono transitate per quelle banchine.
Tessuti fiamminghi, pellicce siberiane, caterve di pesce salato. Più
le ricchezze accumulate da altri personaggi per cui il commercio non
era occupazione, ma ragione di appetito e quindi di guadagno
illecito.