
Devo essere sincero, in questi anni ho avvertito un senso di stanchezza per tutto quello che riguarda il mondo del giallo e del noir. Di stanchezza o forse più precisamente di sazietà, come succede dopo un'abbuffata a un pranzo di matrimonio. Troppo di troppe cose, alla fine non ne puoi più, per quanto per gola andresti anche avanti.
Insomma, alla fine c'è bisogno di alzarsi da tavola e fare una giratina. Di prendere una boccata di aria, magari.
L'ho presa, la boccata di aria, che nel caso credo possa equivalere anche a una bella iniezione di realtà (qualunque cosa voglia dire) dopo tanti omicidi letterari, trame complesse e complicate, faticosi marchingegni narrativi e spargimenti di sangue scarsamente credibili.
Ho voglia di immergermi di nuovo in qualche bel libro. Ho voglia di parlare di gialli e di noir. Ma soprattutto mi piace che qualcuno indaghi con entusiasmo e intelligenza quel territorio di confine ma anche di scambio che si distende tra l'invenzione e la vita reale.
Per questo mi sembra una manifestazione degna di essere segnalata e seguita il Noir Festival che il 21, il 22 e il 23 maggio si terrà a Firenze, in diversi luoghi della città (da Palazzo Vecchio all'Auditorium della Cassa di Risparmio). Per me è particolarmente importante il sottotitolo: Il crimine tra fiction e cronaca.
Un sottotitolo che è anche il principio ispiratore di un programma che vedrà insieme a diversi scrittori o studiosi del genere, gli esperti della polizia scientifica o di medicina legale e diversi giornalisti che seguono la nera e la giudiziaria.
L'organizzazione artistica è di Elena Narbone, il programma lo trovate qui.
Per quanto mi riguarda io cercherò di partecipare ad almeno due incontri. Il primo il 21 alle 18 alla sala ex-Fila: Come si scrive, come si legge e come si pubblica un giallo, con Roberta Capanni, Jacopo Chiostri, Elena Torre. Il secondo il 22 , alle 15.30, a Palazzo Vecchio: Dove va il giallo?, con Graziano Braschi, Susanna Daniele, Didier Nelli e Giuseppe Previti.