Visualizzazione post con etichetta Colette. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Colette. Mostra tutti i post

lunedì 5 settembre 2011

"Hai ottenuto una frase meravigliosa - tagliala"

Georges Simenon, uno dei grandissimi della letteratura europea, probabilmente non ha mai avuto bisogno di grandi consigli in relazione alla sua scrittura, eppure anche lui di uno fece tesoro. Glielo regalò Colette, allora caporedattrice della sezione letteraria a Le Matin. E il consiglio in realtà era anche una critica a due racconti che Simenon aveva presentato al giornale:


Sono troppo letterari, sono sempre troppo letterari...

Ma come? Esiste il pericolo di fare troppa letteratura?

Cosa significhi davvero questo consiglio Simenon lo spiega in una straordinaria intervista del 1955 a Carvel Collins, oggi ripubblicata da Fandango in The Paris Review. Interviste. Cosa c'è di troppo letterario?, chiede Collins  (e chiederemmo anche noi) Simenon risponde:

Aggettivi, avverbi, e ogni parola che è lì solo per fare effetto. Ogni frase che è lì solo per la frase. Hai ottenuto una frase meravigliosa - tagliala. Ogni volta che trovo una cosa del genere in uno dei miei romanzi la devo tagliare

Credo di aver capito. Letterario è ciò che appartiene solo alla sfera del bello scrivere. Ciò che non racconta davvero.

Simenone era grande perché in ogni rigo doveva pulsare la storia, la vita. Era grande non per quello che scriveva, ma per quello che riusciva a tagliare.

martedì 11 gennaio 2011

Quella lezione di nuoto in Bretagna

Colette e un'estate in Bretagna, dalle parti di Saint-Malo. Colette e la sua cerchia di amici scrittori e intelletuali per una volta lontani dai caffè e dai teatri di Parigi. Colette e la sua casa affacciata sul mare dove un giorno arriva anche Bertrand, il figlio sedicenne del suo secondo marito, un ragazzo cui darà lezioni di nuoto ma che avvierà anche ai segreti del sesso.

Sono tanti gli ingredienti affascinanti di Lezione di nuoto di Valentina Fortichiari (Marsilio), un libro che ci accompagna in un'estate di 90 anni fa e ci permette di tuffarci in un bel pezzo di cultura francese.

Un libro per di più scritto bene, in modo elegante e direi addirittura classico (fin troppo), capace di mescolare riferimenti biografici e fantasia (non so in quale proporzione).

Eppure anche un libro che non mi ha appassionato, sarà che alla fine l'ho avvertito come sabbia che ti scivola tra le mani, di una leggerezza che ha più a che vedere con la mancanza di un vero centro di interesse che con il piacere di una lettura che niente pretende tranne il suo piacere.

Sarà che alla fine uno vorrebbe di più, e non sa bene cosa vuole, se più intensità e trasgressione o più sguardi indiscreti nel bel mondo intellettuale della Francia anni Venti. E tuttavia quante pagine che valgono davvero...

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...