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giovedì 8 marzo 2018

Parole per i momenti che decidono la storia

C'è la lucida follia di Balboa, avventuriero di pochi scrupoli ed enormi ambizioni, che dopo  essersi fatto largo nella giungla a colpi di machete arriva a contemplare il Pacifico - primo europeo in un mondo che d'ora avanti non sarà più lo stesso. C'è l'incrollabile determinazione di Maometto, il sultano non il profeta, che non arretrerà di fronte a niente per conquistare Costantinopoli, genio e crudeltà per abbattere quelle mura e cambiare una storia millenaria. E c'è la musica che prima ancora che in uno spartito è dentro il cuore di un uomo morto e rinato, perché un giorno, dopo tanta pena, si componga un capolavoro che sarà riscatto e ringraziamento, quel capolavoro che è il Messiah di Händel.

Momenti fatali di Stefan Zweig (Adelphi) - non sono sicuro che questo titolo mi piaccia -  più che un libro sui grandi della storia è un libro sui grandi momenti che hanno segnato la storia. Momenti segnati da una scoperta, una rivelazione, un'impresa - e che come tali si staccano da tutti gli altri. Momenti che hanno rotto un equilibrio, cambiato un destino, chiamato a un bivio decisivo.

Gli uomini no, non è detto che siano stati altrettanto grandi. Come quel momento fatale che ha deciso Waterloo, senza avere come protagonista né Napoleone nè Wellington, ma un mediocre generale che decidendo di non decidere decise le sorti del conflitto.

Bello questo libro, che squaderna la storia per fissarne gli attimi di svolta. Bello perché ci sono gli uomini, protagonisti e allo stesso tempo vittime degli eventi. Bello perchè mescola volontà e destino e all'una e all'altro presta la forza della parola.

La parola quale quella di un grande scrittore come Zweig: di cui è facile raccomandare tutto.

lunedì 23 aprile 2012

Attenti a quei momenti di "trascurabile" felicità

Quasi sempre non te ne accorgi, sarà per distrazione sarà per una scontata ingratitudine. Non te ne accorgi, ma ci sono, si nascondono, saltano fuori quando meno te l'aspetti, poi che tu riesca ad apprezzarli o meno è un altro discorso.

Quasi sempre si avvertono quando non ci sono più, quando sono ricordo che affiora, crampo di nostalgia. Come quella campanella della scuola che oggi ti piacerebbe poter ascoltare di nuovo, per fare cartella, alzarti dal banco, lasciarti alle spalle l'aula per un altro giorno.

Sono momenti di trascurabile felicità, appunto, titolo di un libro (Einaudi editore) che dice già molto. Lampi di luce, brividi di piacere, cunei di emozione nell'ordinario svolgimento del tempo, a volte anche debolezze e piccole manie, tic, difetti e difettucci che fa piacere tenersi stretti, non fosse altro che per dimostrare anche a noi stessi che non siamo fatti in serie.

Francesco Piccolo, con penna leggera, racconta, cataloga, confessa. Ma prima di tutto si lascia abitare da un senso di meraviglia.

Meraviglia necessaria perché quei momenti non siano davvero trascurabili, perché quella felicità sia veramente tale.

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  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...