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venerdì 22 ottobre 2010

La storia di Nilde, ragazza cresciuta in fretta

Nilde, anzi Leonilde, è una ragazza cresciuta in fretta perché la fame fa crescere in fretta, se non ammazza prima.

Nilde, anzi Leonilde, abita al quarto piano di un casamento popolare, figlia di un ferroviere socialista, in anni difficili. A tavola c'è la pastasciutta di primo e la pastasciutta di secondo, la carne solo la domenica.

Nilde, anzi Leonilde, ha una madre che ha fatto solo la terza elementare, però legge bene e dopo cena legge per tutti: I promessi sposi, I miserabili, Guerra e pace. Il pane dell'adolescenza.

Studiavo anche di notte.
Quello che non capivo lo sottolineavo.
All'inizio, sottolineavo tutto

Potrei andare avanti a lungo e non la riconoscereste, perché questa è la storia eccezionale di una donna normale. La racconta Sergio Claudio Perroni, in Leonilde (Bompiani). La storia di Nilde Iotti. Una delle poche donne – e la più giovane, 26 anni appena – eletta nell'Assemblea costituente, in tempi in cui le donne dovevano stare solo in cucina o al massimo in fabbrica. La prima donna presidente della Camera. E certo, anche la donna legata a Palmiro Togliatti, in una relazione che il Partito – ed era davvero il Partito con la p maiuscola – non accettò mai.

Che bella storia anche quella.

A casa non parlavamo mai di politica... a casa si parla solo di vita

Bello e intenso questo piccolo libro, una vita raccontata in prima persona (e poi messa in scena da Paola Cortellessi). Sentimenti puliti e tenerezza. Nessuna tesi politica da dimostrare. Piuttosto nostalgia per un'altra Italia, dove anche le difficoltà erano più semplici. Dove anche molto in alto resisteva la modestia, la riservatezza, la genuinità delle cose buone.

giovedì 24 giugno 2010

Il "partigiano dell'Infinito" e il suo mistero


Ci sono parabole di vita che sfuggono, che intrigano proprio perchè sfuggono. Che alimentano curiosità, attenzione, non necessariamente simpatia, proprio perchè non ci appartengono o addirittura bussano alla porta dei nostri giorni solo per allungarci qualche domandina vagamente imbarazzante. E magari per far vacillare alcune convinzioni che ci accompagnavano da un pezzo.
Giovanni Lindo Ferretti. Partigiano dell'Infinito da Togliatti a Benedetto XVI di Luca Negri (Vallecchi editore) racconta una di queste parabole, quella appunto di Giovanni Lindo Ferretti, l'ex cantante dei CCCP-Fedeli alla Linea - punk filosovietico, quello di Spara Juri per intendersi - che negli anni si è scoperto fedelissimo di papa Ratzinger.

E dunque, forse è stata proprio la curiosità la molla che mi ha fatto avvicinare a questo libro. Il mistero di un approdo o piuttosto la sorpresa per un cammino che non è solo evasione o cedimento. Tanta curiosità, fin da quel sottotitolo, Partigiano dell'Infinito, che mi sa dice già molto di Giovanni Lindo Ferretti, uomo di contraddizioni, uomo però anche fedele a se stesso.

Mi è sempre piaciuta la sua musica - così come più tardi mi è piaciuto il suo modo di scrivere, che sembra appartenere ad altre epoche, altre voci - e tutto questo senza che nemmeno dovessi trovarmi in sintonia con idee e convinzioni varie.

Ma questo non è un libro (o non lo è solo) per i fan dei vari gruppi di Lindo Ferretti, nè un ragionamento sulla sua scrittura. E' un bel libro che dà il senso di un viaggio: nell'interiorità di un uomo che cerca, tra inquietudini e fame di assoluto; e anche in almeno mezzo secolo di storia italiana, nelle speranze, nelle tensioni, nei fallimenti di questo paese.

Alla fine, era chiaro, non ho capito cosa è successo. E chissà, forse le cose sono successe solo in superficie, perché qualunque cosa si potesse percepire sotto il palco dei suoi concerti Lindo Ferretti non è mai stato quello dell'ortodossia sovietica, è evidente: la gente ballava con Spara Juri ma lui cantava anche Emilia paranoica, perfino allora cercava verità, anelava stabilità e condizioni irrevocabili.

Chissà cosa è successo: ma questo libro è un buon modo per continuare a domandarcelo.

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