
Per dire,
anche quelle erano una novità, che il Comune aveva autorizzato al
signor Oblieght a partire dal primo gennaio 1870. Solo che le edicole
erano sotto gli occhi, si potevano toccare con mano. Rendevano
perfino più bella la città, con la loro pianta ottagonale, il tetto
a cupola sovrastato da un giglio, i vetri trasparenti che
consentivano di leggere gli annunci anche con la luce artificiale –
anzi, al chiarore del
gaz,
come si diceva allora.
Però questa
storia della corsa dei velocipedi si faceva davvero fatica a
comprenderla. Eh sì che di cose strampalate se ne sentivano ogni
giorno. A Firenze più che altrove, a dire il vero, come c'era da
aspettarsi da una capitale. Capitale provvisoria,
certo, ma provvisoria ormai da cinque anni, perché si sa, in Italia
dura più a lungo proprio ciò che è provvisorio.
E una
capitale sono le leggi, i dibattiti parlamentari, le cerimonie
pubbliche, ma anche i salotti, i pettegolezzi, i fatti della moda e
le ultime invenzioni. Chiaro, che tutto stesse cambiando, da quando
la corte e i ministri avevano lasciato Torino per Firenze. Chiaro,
che qui capitassero cose che da altre parti nemmeno subodoravano.