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lunedì 9 gennaio 2012

La saggezza della folla nei tempi di crisi

La mia tesi è che andare a caccia di esperti sia un errore, spesso anche piuttosto costoso. Dovremmo spettere di cercarli e chiedere alla folla (della quale, naturalmente, fanno parte anche i geni). Ci sono buone probabilità che conosca la risposta.

Dovremmo dedicare più tempo a saggi che sembrano fatti apposta per sfatare luoghi comuni e aprirci nuovi terreni di riflessioni. Cosa che senz'altro ci permette La solitudine della folla di James Surowiecki (edizioni Fusi Orari), un libro che sembra una provocazione già nel titolo.

Viene da lontano l'idea che la folla sia irrazionale, cieca, pericolosa. Diceva già Henry David Thoreau: La massa non raggiunge mai il livello del suo componente più intelligente ma, al contrario, si degrada al livello del più stupido. Per non dire di Friedrich Nietzsche - La follia è l'eccezione negli individui ma la norma nei gruppi - anche se da lui non mi aspetterei nient'altro che questo.

Viene da lontano, questa idea, ma sembra confacersi soprattutti ai nostri tempi, in cui superesperti e supertecnici sembrano la panacea per ogni male, se di azienda o governo non importa. E con la crisi, che cosa è più facile che salti fuori, se non l'ennesimo salvatore della patria o uomo della Provvidenza?

Per questo è prezioso un libro così. Surowiecki - che, per inciso, non è un filosofo teoretico, ma un giornalista che conosce bene Wall Street e dintorni - ci racconta quella saggezza che c'è anche se a volte facciamo fatica ad accettare.

sabato 24 dicembre 2011

Il Golfo dei Poeti e il mare degli antichi Greci


Fa impressione incontrare sulla spiaggia di Lerici, dove è nato e vive, un personaggio così fuori del tempo.

E che emozione, quell'incontro, così come lo racconta Alessandra Iadicicco, sulle pagine di Tuttolibri, e che nonè con un autore di best-seller, uno di quelli che scala le classifiche e va in televisione. Angelo Tonelli, figurarsi, è un filologo, mestiere oscuro e faticoso, anche se dalla splendida etimologia: amico della parola. E' stato allievo del filosofo Giorgio Colli, da sempre si immerge nelle pagine di Kant, Nietzsche e Schopenhauer (e non so se questo possa essere misura di una vita serena), ma soprattutto è il grande traduttore dei Greci classici. Con undici anni di paziente lavoro ha consegnato alla nostra lingua tutte le tragedie di Eschilo, Sofocle, Euripide.

Non possiedo nessuna competenza che possa arrivare all'altezza delle sue scarpe. Ma mi piace quell'incontro, mi piace quella scelta di vita non in una città di librerie ed editori, ma là, con il Mar Ligure davanti, e Portovenere, le Cinque Terre, il Golfo dei Poeti che Tonelli ha ribattezzato Golfo degli Dei, perchè a volte la mitologia riesce anche in questo, riesce a stendere la sua tavolozza dei suoi colori anche sul mondo in cui viviamo.

E allora il Mar Ligure potrebbe davvero essere l'Egeo, il mare solcato dagli eroi della guerra di Troia. Quel mare, o un altro mare, quello delle parole che possono essere oceano e viaggio che dura una vita.

venerdì 25 novembre 2011

Il silenzio agognato anche solo per mezz'ora

Difficile vivere con gli uomini perché è assai difficile farli stare in silenzio

Così affermava Friedrich Nietzsche ed è a questa frase che Gianfranco Ravasi ha dedicato il suo Breviario sul Domenicale del Sole 24 Ore


Afferma Ravasi:


Dopo un viaggio in treno di qualche ora è difficile dare torto al pessimismo che vena questa considerazione

Evidentemente provato da una dura esperienza di chiacchiericci, grida, cellulari mai spenti gli viene quasi da accarezzare l'annuncio dell'Apocalisse:


Si fece silenzio nel cielo per circa mezz'ora


Che non è poco. Ma forse basta evocare, come fa Ravasi, il Dio della Bibbia ebraica: una voce di silenzio sottile. O richiamare la perentoria asserzione di Shakespeare: Tutto il resto è silenzio.


Già, ma il resto di cosa?

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