Non si ferma il treno delle storie di Tito

Sosteneva Ryszard Kapuscinski che un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo, né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta, oppure, aggiungo io, nel momento in cui facciamo ritorno a casa. Comincia molto prima, il viaggio, soprattutto finisce molto dopo. Continua perché si fa flusso di ricordi e risacca di emozioni, perché si affida a pensieri, sogni, letture, a volte anche parole scritte. Di tutto questo è prova provata l'ultimo libro di Tito Barbini, Il treno non si fermò a Kiev , edito da I libri di Mompracem, storia di storie di viaggio che abbracciano due continenti e si sistemano una di seguito a l'altra, seguendo due fili conduttori: uno tutto di Tito, la sua curiosità, l'empatia che sa mettere in gioco a ogni incontro; l'altro che possiamo inseguire su una carta geografica, dal Portogallo al Vietnam, percorrendo i binari del viaggio in treno più lungo al mondo, da un oceano all'altro. Tito spreme i suoi diari, recupera appunti su taccuini dime