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sabato 14 aprile 2012

Se un paese si conosce camminado lungo i confini

Wolfgang Buscher è uno di quei giornalisti viaggiatori che non cercano mai un viaggio semplice e disinvolto, che piuttosto si carica sulle spalle un bel bagaglio di inquietudini e perplessità.

Mi era già capitato di fare la sua conoscenza, grazie a un bel libro nel quale raccontava un suo viaggio a piedi da Berlino a Mosca. E ora lo ritrovo,  nelle pagine di Germania, un viaggio (Voland) che racchiudono un nuovo impegnativo itinerario.

Non un paese esotico, ma va bene così, anzi: è un pezzetto che mi piacciono i viaggi dietro casa, mi sembra che in genere abbiano di più da raccontare, che presuppongano uno sguardo meno banale.

Sicuramente non è un viaggio scontato. Sarà per il  modo singolare di Buscher di andare al fondo delle cose sfuggendo per la tangente.

Che poi è quanto fa davvero, perché il suo viaggio non si inoltra nel cuore della Germania, ma si srotola per intero lungo i suoi confini: 3.500 chilometri balzando da un lato all’altro della frontiera, lungo le sponde di fiumi, boschi e montagne, città rase al suolo dalla guerra e oggi trasformate in strani bazar.

Un viaggio per certi versi assurdo, incomprensibile, importante però, perché ci dimostra che è dalla periferia che si può comprendere il centro.

Dal vuoto il pieno: dal paese che non c’è o che sta per svanire ecco ciò che è stato, è e forse sarà la Germania.

lunedì 26 ottobre 2009

Berlino-Mosca, a piedi oltre la cortina

More about Berlino-MoscaQualcuno lo paragona a un nuovo Chatwin, da parte mia non saprei e non so nemmeno se è utile anche per l’interessato un paragone così ingombrante.

Certo a differenza di Chatwin in Wolfgang Buscher l’esperienza del viaggio sembra meno letteraria o esistenziale, più scarnificata, ridotta alla sua essenza, in un qui e ora che non ha bisogno di suggestioni, moventi, sollecitazioni, e proprio per questo sa fare i conti con altri tempi e perfino con gli scheletri negli armadi della memoria.

In questo libro si racconta un impressionante viaggio a piedi, difficile non solo per quanto ha richiesto al corpo, difficile perché in questo percorso c’è una storia che viene da lontano, che appartiene all’altro della Germania e alla Germania stessa.
Ovvero a quell’Est, senza il quale non ci sarebbe il presente, quell'Est che pure non viene raccontato in un saggio, solo fatto emergere con la forza dei passi, delle sensazioni, delle riflessioni che accompagnano il viandante.

Da leggere, soprattutto in questi giorni che, con il ventennale del Muro, forse ci spingono con più forza a considerare quel mondo che di distendeva oltre la "cortina di ferro"

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