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lunedì 28 gennaio 2019

In Svizzera il detective che usa i mezzi pubblici

"Un detective che usa i mezzi pubblici." Francesca sorrise con dolcezza. "Che cosa c'è di più autenticamente elvetico?"

Elia Contini non è un mostro di empatia e come investigatore privato è piuttosto improbabile. Del resto non sembra che sia una professione con molte opportunità nella quieta e ordinata Svizzera. Contini, poi, è un uomo svagato, distratto, a disagio con le tecnologie che oggi sono imprescindibili. Ama starsene per i fatti suoi: e questo, in effetti,  è anche di altri investigatori. Però la sua principale qualità è la pazienza: annota i dettagli, ragiona adagio, adopera la lentezza.  Ci sta bene, in una storia svizzera che è anche una storia di montagna.

Elia Contini l'ho scoperto con Gli svizzeri muoiono felici - già il titolo è intrigante - ovvero con l'ultimo romanzo (Guanda editore) di Andrea Fazioli, scrittore di Bellinzona che già ha ottenuto importanti riconoscimenti. 

Il personaggio è come una di quelle persone che sembra facciano apposta a schivarti, ma alla fine riescono a occupare un posto nel cuore. La trama, poi, è sorprendente, rovescia le convenzioni della detective story. Gioca a carte scoperte, col delitto raccontato in presa diretta fin dalle prime pagine. 

Ma sono gli umori, le atmosfere, le traiettorie esistenziali che contano davvero. Sono le parabole dei personaggi che intrecciano le cime delle Alpi ai deserti dell'Africa. Fanno di questo noir un noir diverso dagli altri. Non la storia di un uomo chiamato a risolvere un caso, ma la storia di culture diverse che viaggiano e si incontrano. Da leggere, merita. 

sabato 5 gennaio 2013

L'Edimburgo senza emozioni di 44 Scotland Street

Cosa può fare una copertina accattivante, un titolo che a suo modo intriga e - ma questo vale solo per il sottoscritto - quella parola - Scotland - capace di scatenare inesauribili fantasie e possibilità di seduzione.

Ho comprato praticamente a scatola chiusa, 44 Scotland Street di Alexander McCall Smith, professore di medicina legale di cui in passato avevo letto una detective-story che non mi era affatto dispiaciuta. E forse anche per questo mi sono tuffato in queste pagine, con la speranza di un delitto da risolvere tra pub e nebbie di Scozia.

Invece ecco qui, un romanzo caruccio e leggerino, con una serie di improbabili personaggi che abitano il palazzo di cui all'indirizzo del titolo e girano intorno a un quadro che non si sa se sia capolavoro o crosta.

Caruccio, leggerino e verboso. Senza traccia di quell'umorismo anglosassone che pure pretenderebbe la sua parte. Con ben poca tensione. Capace di salvarsi solo per il garbo della scrittura e l'ambientazione in quel posto da incanto che è sempre e comunque Edimburgo.

E magari va anche bene così, se è per qualche ora di lettura in libertà.

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