Visualizzazione post con etichetta Giorgio Manganelli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Giorgio Manganelli. Mostra tutti i post

lunedì 21 luglio 2014

I libri non sono lunghi, sono larghi

Quando tutto quanto fa spettacolo, noi siamo gli spettatori. Sempre più passivi e annoiati, sempre più affamati di emozioni nei confronti delle quali siamo sempre più impermeabili. Lo stesso meccanismo delle dipendenze – tabacco o scommesse non fa la differenza. Lo stesso vuoto dei ragazzi del muretto.

A volte quando ci penso, lascio risuonare dentro di me le parole che furono di un grande poeta, Paul Valéry:

Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Ancora il presente, insomma, con i suoi problemi nei confronti del passato e del futuro. Ancora il tempo.
Solo che dove fin qui ho scritto tempo, ora vorrei cancellare e tracciare la  parola cultura.

È come il tempo, la cultura. Non è un flusso di messaggi che arrivano e scivolano via, allo stesso modo degli aggiornamenti su Internet. Anzi, è tempo, la cultura.

Quando ci penso mi viene da guardare con affetto i miei ospiti silenziosi e pazienti, le letture in attesa. E con gratitudine, oltre che con affetto, accarezzo anche gli altri ospiti, i libri che un giorno mi hanno fatto compagnia. Anche loro se ne stanno pazienti – e anche un po' rassegnati - sugli scaffali.

Pensare che per qualcuno appartengono a un'altra epoca, come i vecchi giradischi e le cabine del telefono. Roba da collezionisti, o poco più. Che tristezza.

 Per fortuna a soccorrermi c'è sempre qualche citazione. Queste parole di Umberto Eco, per esempio:

Il libro è come il cucchiaio, il martello, la ruota, le forbici. Una volta che li hai inventati non puoi fare di meglio.

O più bella ancora, questa di Giorgio Manganelli:
 
Nessun libro finisce; i libri non sono lunghi, sono larghi.

Ed è vero, mi piace pensarli così, queste invenzioni così singolari. Tanto strette da lasciarsi sistemare una accanto all'altro in libreria. Tanto larghe da abbracciare il presente, il futuro. Il tempo. La vita.

sabato 4 febbraio 2012

Se Dickens è un giaguaro, anzi no, un gatto

Pochi giorni ancora e, per chi crede a questi appuntamenti, avremo modo di celebrare i 200 anni dalla nascita di Charles Dickens: l'autore di Oliver Twist, David Copperfield, Grandi Speranze, Canto di Natale, solo per ricordare i primi titoli che mi vengono in mente.

Non so quanti di voi abbiano avuto un'adolescenza segnata anche dalla lettura delle pagine di Dickens. Io sono tra quelli, anche se tra Dickens e Salgari c'è di mezzo tutto un mare di emozioni e sogni.

E' passata una vita da quando mi sono lasciato alle spalle quelle pagine. E solo ora scopro, grazie a un bell'intervento di Antonio Debenedetti sul Corriere della Sera, quanto sia dibattuto questo scrittore, allo stesso tempo amato e detestato, lodato e criticato.

Se non lo avessi letto, chissà quale percezione avrei avuto di lui. A chi avrei potuto credere? AVirginia Woolf che lo stronca senza pietà con parole come queste (e non solo queste)?


E' uno scrittore per tutti e non, è lo scrittore di nessuno in particolare; è un istituto, un monumento, una strada pubblica continuamente calpestata da milioni di piedi.

O piuttosto sarei stato propenso a fare mio il giudizio di un critico cone Edmund Wilson?


E' il più grande scrittore drammatico che gli inglesi abbiano avuto dopo Shakespeare

Davvero, nella critica, si dice tutto e il contrario di tutto - ed è giusto che sia così, perché questo non è certo il terreno della verità, sempre che questo terreno esista.

Giorgio Manganelli però diceva che Dickens era un animale letterario tra il giaguaro e il gatto domestico. Non so bene cosa intendesse, ma tra tutti è questo il giudizio che mi piace di più.

Giaguari e gatti hanno popolato le mie fantasie di ragazzino, in quella stanza che con i libri diventava un tappeto volante.

Ci sta che Dickens sia un giaguaro. Anzi no, un gatto che fa le fusa.




La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...