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mercoledì 30 luglio 2014

I versi di Callimaco in un vecchio quaderno di liceo

Io consiglio a te anche questo, di non andare dove camminano i carri, e non spingere il carro sulle stesse orme degli altri né per una strada larga, ma per strade non battute, anche se spingerai il tuo carro per una strada più stretta.

Ho fatto una prova: questa frase è facile pescarla su Internet, anche se non sapete chi l'ha scritta, né a quale opera appartenga. Basta digitare la parola gioventù e scegliere su uno dei tanti elenchi di citazioni. Un attimo ed ecco qui: non andare dove camminano i carri...

Pochi click per catturare parole che resistono da duemila anni e più: il prologo delle Origini di Callimaco, poeta dell'antica Alessandria di Egitto... non spingere il carro sulle stesse orme degli altri...

Qualche giorno fa mi sono imbattuto proprio in questa frase, però non su Internet. Su un mio quaderno del liceo. Più precisamente sul suo retro di copertina. Come se per me avesse un valore particolare.

Però non per la fatica della traduzione – chissà se l'ho davvero mai tradotta dal greco – o perché mi potesse tornare utile in vista di una interrogazione.

Quei versi dovevano essere importanti come per me lo erano i versi di Garcia  Lorca, di Pablo Neruda, di Vladimir Majakovskij.

I versi che un ragazzo di nemmeno diciotto anni ricopia inseguendo i suoi sogni.

sabato 21 settembre 2013

Neruda: "Modesto è l'autunno"

   
   Modesto è l'autunno, come i taglialegna.
   Costa molto togliere tutte le foglie
    da tutti gli alberi di tutti i paesi.
    La primavera le cucì in volo
    e ora bisogna lasciarle cadere
    come se fossero uccelli gialli:
    Non è facile.
    Serve tempo.
    Bisogna correre per le strade,
    parlare lingue,
    svedese, portoghese,
    parlare la lingua rossa,
    quella verde.
    Bisogna sapere
    tacere in tutte le lingue
    e dappertutto, sempre,
    lasciare cadere,
    cadere,
    lasciare cadere,
    cadere le foglie.

    Difficile è essere autunno,
    facile essere primavera.
    Accendere tutto quel che è nato
    per essere acceso.
    Spegnere il mondo, invece,
    facendolo scivolare via
    come se fosse un cerchio di cose gialle,
    fino a fondere odori, luce, radici,
    e a far salire il vino all'uva,
    coniare con pazienza l'irregolare moneta
    della cima dell'albero
    e spargerla dopo
    per disinteressate strade deserte,
    è compito di mani virili.

                                                       (Pablo Neruda, Ode all'autunno)

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