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mercoledì 28 maggio 2014

Il mondo nelle mani di Anna Maspero

Prima e più che una scrittrice, sono un'appassionata lettrice e viaggiatrice....

Così dice di sè Anna Maspero, quasi a mettere le mani avanti prima di entrare nel vivo del suo Il mondo nelle mani. Divagazioni sul viaggiare (Polaris edizioni). E che sia viaggiatrice  - grande viaggiatrice, appassionata viaggiatrice - nessun dubbio. Così come sul fatto che sia una donna di ottime letture e di altrettanto ottimi consigli di lettura. Però aggiungo io, a sciogliere ogni incertezza: anche scrittrice, buona scrittrice, come dimostra in questo suo libro, che credo non debba mancare nella libreria di chiunque ami i viaggi e sia consapevole che in effetti non esiste viaggio senza la parola - soprattutto scritta - che al viaggio dia senso.

Quante cose che ci sono dentro questo libro: le motivazioni che accompagnano la partenza - oggi forse diverse rispetto al passato; i modi del viaggio inevitabilmente cambiati al tempo della Rete e della connessione permanente; la fascinazione di certe destinazioni e il bisogno di sorpresa e di autenticità; i viaggi dei migranti e i danni del turismo; i sorrisi come doni nei paesi più difficili del mondo; le nostalgie e i ritorni....

Un libro da tenersi vicino, da aprire a caso, anche solo per cercare uno spunto o una possibilità di lettura e così cominciare ad andare lontano. Divagazioni, riflessioni, idee per rimettersi in cammino: il mondo nelle mani, appunto.

domenica 30 agosto 2009

Dalla Mongolia, spunti sui popoli nomadi


Chatwin ne era convinto: quello tra popoli stanziali e popoli nomadi è stato il conflitto di civiltà che per millenni ha segnato e indirizzato la nostra storia. Fin dalla notte dei tempi se è vero che il conflitto era già tutto nello scontro fratricida tra Caino e Abele, il pastore e il contadino.

E Chatwin su questo ha scritto cose straordinarie, facendo il tifo per i nomadi e cercando di tratterne il ricordo, ora che i tempi li hanno spazzati via quasi ovunque, ma che anche prima parevano fatti apposta per consegnare le loro vite all'oblio, loro che levavano le tende, non costruivano città mattone su mattone. Loro che recitavano poemi interi stringendosi intorno a un focolare, ma che non conoscevno la gioia e la maledizione della pagina scritta.

Ha scritto cose straordinarie, Chatwin, anche se mescolate a inquietudini che hanno meno a che vedere con le storie di questi popoli che con le sue inquietudini di uomo occidentale. Cosa su cui Tito Barbini ha puntato l'indice a proposito della Patagonia, ma che ora affronta anche Anna Maspero, di ritorno dalla Mongolia, con un bellissimo scritto sui popoli nomadi e stanziali, pubblicato sul suo blog AcomeAvventura e su Reporter.

Uno scritto che, tra i tanti spunti, offre anche una bellissima citazione di Massimo Zamboni: "Non mi fido di quelle inquietudini che non piantano alberi o non allevano animali"

Qui sotto, il link, che vi consiglio, ricordandovi anche una manifestazione che Anna ci segnala a Cantù, fino al 13 settembre, Parolario... un programma ricchissimo, in cui, tra le altre cose, si parlerà anche dei taccuini di viaggio... come a dire, il cerchio si chiude.

Nomadi e stanziali, terra e libertà

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