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venerdì 12 settembre 2014

Un idealista tedesco in Papua Nuova Guinea

Verrà perciò raccontata, a titolo esemplificativo, la vicenda di un singolo tedesco, un romantico, che come molti altri di questa specie fu un artista mancato, e se essa dovesse richiamare alla mente qualche analogia con un successivo romantico e vegetariano tedesco, che forse avrebbe fatto meglio a restare accanto al suo cavalletto, ebbene, ciò è del tutto intenzionale e non a caso.

Non che in realtà c'entri molto, l'Hitler evocato in questa citazione (a proposito, meglio sopprimere senz'altro quel "forse") con l'August Engelhardt che è il protagonista di Imperium di
Christian Kracht. Se non per il fatto che entrambi respirano l'aria della Germania di inizio secolo, così intrisa di volontà di potenza e di ideali che volano troppo alto, in attesa di schiantarsi al suolo.

Almeno al protagonista di Imperium non abbiamo massacri da attribuire, crudeltà da elencare, se non nei confronti di se stesso: giovane idealista, vegetariano, nudista, autore di un libro dal titolo che è insieme programma e auspicio - Un futuro spensierato. Il suo sogno? Avviare una piantagione di noce di cocco, non per calcolo imprenditoriale, ma per regalare all'umanità un nuovo modo di alimentarsi.

Un futuro da costruire, lontano, molto lontano: in un brandello di quell'impero coloniale che di lì a poco  la Grande Guerra avrebbe spazzato via anche dalle carte geografiche: perché chi si ricorda ora che c'era un pezzo di Germania in quella che oggi è Papua Nuova Guinea e che quella che chiamiamo Nuova Britannia un tempo era la Nuova Pomerania?

Come andrà a finire, mentre tutto il mondo vacilla sull'orlo del precipizio, non sto a dirlo. Ma questo è certamente un libro che si fa leggere: originale, intenso, spiazzante.

martedì 18 gennaio 2011

Il turista nudo e il suo ovunque

E dunque, bisognerà arrivare fino in Papua Nuova Guinea per trovare un posto davvero lontano, che non abbiamo ancora reso uguale a tutto il resto e anche a noi? Bisognerà fare così per smettere i panni del turista universale - che è sempre lo stesso come sono sempre gli stessi gli hamburger di McDonald's - e sentirsi un po' più viaggiatore?

E comunque, quanto durerà anche in Papua Nuova Guinea?

Sono queste le domande che accompagnano Lawrence Osborne in Il turista nudo (Adelphi), storia di un viaggio che approda a un fazzoletto di giungla e di mondo primitivo al termine di una sorta di cammino di espiazione attraverso un Oriente che non è più Oriente, semmai simulacro di Oriente a uso e consumo dei tour-operator.

Ed ecco dunque Dubai che è un grande shopping-centre dove anche la sabbia sembra finta; ecco Calcutta giungla di asfalto e traffico; ecco Bangkok con il suo straripante mercato del sesso; ecco Bali che prima di tutto è invenzione riuscita di tanta buona cultura europea....

Può piacere o non piacere, ma niente sembra salvarsi. Un tempo c'erano i continenti, c'erano terre diverse ed estranee. Oggi c'è l'Ovunque. E in questo ovunque troviamo gli stessi resort, le stesse merci, le stesse attrazioni per orde di vacanzieri....

Oppure no... Chi può dire, in effetti? Questo è un gran bel libro, ma non sarà che c'è anche un po' di puzza sotto il naso?

Certo, si può perdonare tutto a uno come Lawrence Osborne, che se la prende con gli scrittori di viaggio ma poi è un grandissimo scrittore di viaggio... Uno straordinario scrittore che sa narrare alla grande il suo viaggo... e in questo modo smonta proprio la sua tesi.

Perché l'ovunque sarà ovunque, ma poi quello che conta è il nostro modo di guardare e raccontare i posti. Di viverseli.

E per questo nemmeno importa arrivare in Papua Nuova Guinea. Una valle dell'Abruzzo, un canale di Olanda, può essere già molto, molto lontano.

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