Visualizzazione post con etichetta Platone. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Platone. Mostra tutti i post

lunedì 13 luglio 2020

Talete, il pozzo e i filosofi in famiglia

Vale sempre la solita storiella di Talete, il filosofo della Ionia che con la testa fissa alle stelle non si accorse del pozzo e ci cadde dentro, finendo non solo ammaccato ma anche deriso dalla sua serva. In attesa che piovano smentite è sempre così, non si scherza con le controindicazioni della filosofia nella vita quotidiana. 

Ma se a smentire sarete voi, pensate a quando vostro figlio vi confesserà cosa ha scelto all'università. Direte anche voi che con la filosofia non si mangia? Che è anche vero, benché la filosofia sia di sicuro in buona compagnia, pensate che io volevo fare l'archeologo.

Diciamo che questa può essere la giusta premessa per immergersi nella lettura de La Luna Viola, il libro con cui Andrea Serra si ripropone dopo Frigorifero Mon Amour, sempre per Miraggi Edizioni. Per brio e intelligenza un bis atteso e concesso, ma questa volta con qualcosa di più. Perché Andrea, mentre racconta le sue vicende di padre e marito contemporaneo (o postmoderno?), accende tutte le miccie dell'umorismo, ma pone anche questioni maledettamente serie.

Sì, è un insegnante di filosofia costretto a fare i conti con la moglie che vola basso e con due figlie - Luna e Viola - poco disposte all'armistizio; con spese che lievitano e vacanze al mare che sono scelta scellerata. Ma com'è che di punto in bianco spuntano strani personaggi come Giordano Bruno, Giacomo Leopardi e Platone? 

Alto e basso, umano e divino, farsa e tragedia, ma anche molte altre coppie di opposti si agitano in queste pagine, che non a caso si completano con un Dizionario lunatico dei nomi e degli incantesimi per apprendisti filosofi e con una Bibliografia sragionata

Si ride, si pensa e addirittura ci si commuove, in queste pagine, lievi e profonde allo stesso tempo, dove il pensiero più solido, se non precipita nel pozzo assieme a chi lo pensa (portatore sano?), si fa volentieri poesia, autoironia, a volte magia. 

Non so bene come classificare La Luna Viola di Andrea Serra. Meglio così, anche nei miei studi al liceo provavo allergia per i filosofi più pronti alla classificazione, tipo Aristotele e Kant. Figurarsi i libri, che più sfuggono, meglio è. Si lasciano semplicemente leggere.

giovedì 21 giugno 2012

Sorpresa, è a Teheran la fiera del libro

Ma è proprio lo stesso paese? Occhi sgranati, titolo da leggere due volte, attenzione all'equivoco. Sì che lo è: è dell'Iran che si parla. Dell'Iran e di Teheran, che anche quest'anno ha ospitato la sua Fiera del Libro. 


E dunque, il paese da cui è arrivato Leggere Lolita a Teheran - lo splendido libro di Azar Nafisi su un manipolo di donne che sfidano il regime leggendo a loro rischio e pericolo lo scandaloso Nabokov - è lo stesso di una Fiera del Libro che con i numeri surclassa anche la Buchmesse di Francoforte. 

Mezzo milioni di visitatori, duemila case editrici e, tra gli stand, anche i libri di Dostoevskij e Murakami.

Paese faticoso, paese strano, l'Iran. Perché poi c'è anche l'altro lato della medaglia. Come racconta Alessandro Carlini sul Venerdì di Repubblica, da queste parti sono vietati anche il Simposio di Platone o l'Ulisse di James Joyce. 

Però i libri messi al bando, come i libri proibiti, in qualche modo riuscirete sempre a trovarli, magari per strada. 

Mercato nero di cultura. Reazione vitale di un paese che non si è arreso alla censura e anche così sa restituire alla cultura quel valore che da noi punta tristemente verso l'azzeramento.  

lunedì 31 ottobre 2011

Invidia per l'Irlanda e il suo presidente poeta rock

E dunque, ora invidio anche l'Irlanda, paese già invidiabile per molte cose, che inopinamente ha eletto presidente della Repubblica un poeta.

Invidio l'Irlanda con la stessa intensità con cui nei giorni scorsi ho invidiato la Danimarca, altro paese già invidiabile per molte cose, quando ho letto di come il nuovo governo si è insediato, andando tutti dalla regina in bicicletta, qualcuno dei ministri (e delle ministre) anche con il cestino della merenda sul manubrio, senza nemmeno l'ombra di un auto blu in giro (e per la cronaca, oggi in Danimarca il ministro del Fisco ha 26 anni, è studente di scienze politiche e di nome fa Thor).

Però ora invidio il paese che ha avuto il coraggio di eleggere un poeta alla sua massima carica istituzionale, preferendolo a una star della televisione e a un ex comandante militare.

Non conosco Michael Higgins, non ho avuto mai modo di leggere i suoi versi. E qualcuno, giustamente, può obiettare che essere poeta non è una garanzia sufficiente per essere un buon presidente. Così come i filosofi, fin dai tempi di Platone e della sua Repubblica, non è che abbiano convinto più di tanto alla guida di un paese.

Non lo so, ma quello che ho appreso di Higgins, mi fa ben pensare: poeta, ma anche pacifista; uno che ha fondato un canale tv in gaelico, ma scrive anche per una rivista rock.... che dire? Se non le istituzioni irlandesi è giusto invidiare almeno gli irlandesi, per quello che sono stati capaci di votare.

giovedì 21 aprile 2011

Ogni dialogo ha bisogno del suo posto


Ah, per Giunone, che bel posto per riposare! Con questo platano così ampio di fronde e così alto! E che slancio quell'ippocastano, che bellissima ombra! E' al colmo della sua fioritura e spande profumo per tutto il luogo. Una sorgente deliziosa scorre sotto il platano con acque fresche, come si può sentire con il piede. E la bellezza del posto, quant'è amabile e dolce! Melodia estiva che risponde al coro delle cicale. Ma più gentile di tutto è quest'erba, cresciuta così soffice sul dolce pendio, perché chi vi si sdraia possa appoggiarvi la testa. Sei stata una guida stupenda, Fedro caro

Sono le parole con cui prende avvio uno dei più grandi dialoghi di Platone, il Fedro, pietra miliare della storia della filosofia. Il ragionamento sull'amore, il destino delle anime dopo la morte, la dottrina delle idee... quante cose che si trovano, nelle parole del giovane ateniese Fedro e soprattutto di Socrate.

Ma l'inizio è questo e mi fa pensare cosa di esso dice un filosofo dei nostri tempi come James Hillman, in una conversazione con la storica Silvia Ronchey (pubblicato da Bur col titolo Il piacere di pensare.... anche questo un dialogo....). E cioé che quelle parole non solo una delle più belle descrizioni di un ambiente della letteratura greca. Sono di più, sono una condizione stessa del dialogo.

Ognuno dei dialoghi platonici comincia in un luogo. Nel senso che quei dialoghi sono collocati nello spazio. Noi, astratti pensatori occidentali, non prestiamo attenzione a dove sono collocati e ne discutiamo le idee, i concetti

Ma poteva il dialogo sull'amore e sulla bellezza, sui sentimenti e i desideri prescindere da quel giardino meraviglioso?

Può essere un dettaglio, ma magari anche questo è un modo per rimettere a posto la nostra vita: trovare i posti giusti alle nostre parole (e a quelle degli altri).

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...