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domenica 19 febbraio 2012
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La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar
Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...
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I miei amati Paesi Bassi hanno dei locali tipici, tradizionali e di quartiere simili, anche se meno famosi, alle public house d’oltremani...
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La terapia sì, mai titolo poteva essere più appropriato, perché di malattia si trattava. Dolorosa che non ti dava scampo, intrigante come...
Parole che diventano immagini, fotogrammi di una storia che qualcuno vorrebbe liquidare una volta per tutte, guizzi di vita vissuta che ancora reclamano giustizia e capacità di indignazione, che ancora sconfessano ogni tentazione di neutralità, perché la neutralità può essere anche la strategia dello struzzo, o peggio ancora, l'ipocrisia di chi va affermando che di notte tutti i gatti sono bigi. E invece no.
Bisogna ascoltarle queste parole, che Domenico Guarino e Chiara Brilli hanno saputo e voluto raccogliere, mettendo il loro mestiere di giornalisti al servizio di un dovere di memoria.
In Ribelli! (Infinito edizioni) ci sono le voci degli ultimi partigiani che raccontano la loro Resistenza: non come una commemorazione ufficiale, fuori da ogni retorica. La Resistenza come l'hanno vissuta, come li ha accompagnati poi per una vita intera, lasciandoli sulle rive di un nuovo millennio e di un'Italia diversa, quanto diversa.
C'è chi è partito ragazzino e alla macchia è diventato uomo. C'è la donna che ha fatto la sua scelta per amore e l'uomo che ha scelto da che parte stare per la vergogna del padre affamato, sorpreso a mangiare per strada roba che nemmeno i maiali. C'è il poco cibo diviso in parti uguali, ci sono gli spari nella notte.
Storie che dicono, non parole per seppellire.
E quando lo chiudi, questo libro, cominci a capire cosa intendeva davvero Italo Calvino, quando diceva:
La memoria conta solo se tiene insieme l'impronta del passato e il progetto del futuro, se permette di diventare senza smettere di essere e di essere senza smettere di diventare.