Visualizzazione post con etichetta Eugenio Baroncelli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Eugenio Baroncelli. Mostra tutti i post

lunedì 8 ottobre 2012

Se Roberto Saviano consacra l'autore sconosciuto

Che cosa può fare qualche parola di Roberto Saviano, perfino per rianimare il più che depresso mercato del libro....

Legge in tv qualche verso di Wislawa Szymborska, la poetessa polacca, e un nome impronunciabile diventa un best-seller. E si dirà, sempre di un premio Nobel comunque si tratta.

Però succede anche che nella sua rubrica su L'Espresso parla - e parla assai bene - di uno semisconosciuto autore romagnolo, Eugenio Baroncelli, a cui finora l'attenzione dei lettori non aveva fatto seguito agli indubbi meriti. Ed ecco che in pochi giorni i suoi titoli scalano le classifiche.

E dunque, sono contento per Baroncelli, di cui avevo già parlato. Lo stesso Espresso, con Maria Simonetti, nell'ultimo numero riflette su quanto è successo - titolo quasi obbligato, Mi manda Saviano - e così parla di Baroncelli:

L'hanno definito un eccentrico, uno sfacciatamente bravo, un raffinatissimo letterato, un maestro di erudizione appassionato di tassonomia, l'arte dell'erudizione. Certo non scrive per le masse, con quelle citazioni astruse, collegamenti, doppi sensi e giochi di parole che più colti non si può. Però è un ricercatore indefesso e le sue storie sono affascinanti.

Mi piace tutto e darò anch'io una mano alle classifiche di Baroncelli. Però, che ci sia voluto Roberto Saviano...

venerdì 5 ottobre 2012

Tutte le vite hanno una storia, ma poche sono scritte

Si sa cosa capita a chi racconta la vita di un altro: che poi perde la sua.

E' una riflessione di Eugenio Baroncelli, scrittore di Ravenna, biografo di mille vite, di cui qualche tempo fa ha parlato Roberto Saviano nella sua rubrica su L'Espresso.

Come persona che qualche vita ha provato a raccontarla non so se sono del tutto d'accordo: più che perderla, la propria vita, magari si finisce per complicarla, facendo propria anche la vita di altri.

Però mi piace molto quello che Saviano scrive di Baroncelli e della sua singolare propensione a raccontare biografie di persone poco note. Che poi per il lettore è la possibilità di far parte di quelle stesse vite, di illuminarle e riabilitarle.

Dice Saviano, a proposito di queste biografie:

Scandagliano l'umanità, la sintetizzano e riescono nell'impresa più complessa per il solitario mestiere di narrare: far sentire meno soli.
Quelle biografie danno la sensazione di appartenere alla molteplicità umana. A tutto quel rumore e a quel silenzio condiviso a cui sembra bello appartenere.

Parole che mi piacciono moltissimo e che accosto a quelle di Per Olov Enquist (l'autore del Medico di corte):

Tutte le vite hanno una storia, ma poche vengono scritte.

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...