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domenica 22 luglio 2012

Non se ne vanno, le Beatrici di Stefano Benni

I suoi passi? No, non è lui. Anche di queste torture è fatta l'attesa.
Anche di segni che ti rendono folle e ansioso, di ossessioni e crudele desiderio di togliere libertà all'altro, di inchiodarlo a un tempo di morti dove nessuno attende e nessuno arriva...
Ma chi aspetta davvero è vivo, aspetta sempre con amore... con un eccessivo, sprecato, indicibile, ridicolo amore.
Aspetterà sempre e gli sembrerà di non aver fatto altro giorno dopo giorno.

E' un libro snello, Le Beatrici di Stefano Benni, frutto di uno spettacolo-laboratorio, raccolta di otto monologhi al fermminile più una manciata di poesie e canzoni. Pagine diverse, voci diverse. Un concentrato di toni e umori secondo uno spartito piacevolmente anarchico, dove ci può stare tutto e il contrario di tutto, al diavolo ogni coerenza, via ogni punto di riferimento.

Libriccino comico, dolente, ondivago, piacevolmente sconclusionato. Scivola via in un niente, rimane in alcune manciare di righe, che non sai perché, ma sono lampi. Scatti di luce che non si direbbe, ma rimangono anche dopo.

Come questo: e non sai perché, ma è bello leggerselo e rileggerselo.

sabato 18 febbraio 2012

Una vita intera nel deserto dei Tartari

Figurarsi che la prima volta che mi capitò di leggere Il deserto dei tartari di Dino Buzzati fu tanti anni fa, per portarlo all'esame di terza media: lettura non dico sconsigliata per un adolescente, ma certo intempestiva, perché questo è un libro che è come il vino che invecchia acquistando un corpo diverso, arricchendosi di sfumature che fanno la differenza.

In seguito a lungo mi sono fatto accompagnare dalle sue domande metafisiche, dalla vertigine dell'attesa che inghiotte  la vita intera del tenente Drogo, magari anche dalla fame di un nemico, perché anche un nemico può regalarti un senso...

Solo più tardi ho capito che il senso è piuttosto abbandonare la fortezza e scommettere su un altrove... ma è da qui, è dal deserto dei Tartari, che bisogna sempre partire... è il deserto dei Tartari che pretende sempre da noi una risposta...

E ancora oggi torno alle pagine che mi raccontano di quell'attesa, del giorno della battaglia che forse sarà domani, o domani ancora, ma mai oggi, di quella vita che aspetta perennemente la sua chiamata, il suo banco di prova, il gesto che le attribuirà un senso, pure nella sconfitta...

E tutto questo con il passo del romanzo di avventura (senza avventura), da ragazzino appunto...

Ci sono libri che fai fatica a catalogare anche come capolavori, perché devi andare oltre un giudizio sulla qualità, non ci sono stelle o voti o categorie di valutazione che esprimano quanto un libro è entrato nella tua vita, quanto ti è stato essenziale.

Per me un libro fondamentale. Credo per parecchi.

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  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...