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lunedì 21 novembre 2011

Cercando nel passato le lezioni per l'avvenire

Può piacere o non piacere Breve storia del futuro di Jacques Attali, grande successo nelle librerie di Francia, assai meno qui da noi (non che questo voglia dire molto, né di là né di qua).

Dipende, anche. Qualcuno potrà trovarci delle solide previsioni sul mondo che ci aspetta. A me ha preso soprattutto la prima parte in cui Attali prima di accompagnarci nel futuro si lancia in una sorprendente cavalcata attraverso i millenni del nostro passato, la storia dell'umanità in una manciata di pagine, impressionante sguardo di insieme su popoli, scoperte, civiltà, imperi. Inseguendo a dire il vero, e giustamente, più le monarchie che le ricchezze.

Il tutto disseminato da lapidarie lezioni per l'avvenire. Per esempio:

Lezione per l'avvenire: nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito

Lezione per l'avvenire: numerose invenzioni fondamentali sono il prodotto del lavoro di ricercatori, pagati con fondi pubblici per trovare altro


Lezione per l'avvenire: una nuova tecnologia di comunicazione, che sembrava centralizzatrice, si rivela un nemico inesorabile dei poteri in carica


Lezione per l'avvenire: è la penuria che costringe a cercare una nuova ricchezza. La scarsità è una benedizione per gli ambiziosi.

Sottoscrivo e sottoscrivendo mi rituffo nel passato.

sabato 19 novembre 2011

Se niente è scritto, si può scrivere di futuro

Metto le mani avanti,perché il titolo questa volta mi aveva sviato o forse si era ben prestato a quanto in realtà stavo cercando: non un libro su cosa sarà, ma un libro su come è cambiata, nel tempo, la nostra concezione del futuro.

Con Breve storia del futuro (Fazi editore) Jacques Attali, invece, ci porta dalle parti del 2060, in un mondo maledettamente simile al nostro ma anche immensamente diverso, come un altro pianeta popolato da gente troppo simile a noi perché la si possa ignorare.


Dice Attali:

Scrivo questo libro perché il futuro non assomigli a quello che sarà

E c'è da rabbrividire, in effetti, pensando a quello che potrà essere. Meno male che questo non è il solito catastrofismo più o meno di maniera. Meno male che, alla resa dei conti, niente è scritto.

Dipenderà da noi - e qui non aggiungo un meno male: dipenderà, appunto. Dipenderà dall'uso che faremo delle nostre tecnologie. Dipenderà da come sapremo condividere le nostre capacità, per prima la creatività.

Niente è scritto, e meno male. Ma si può scrivere comunque un libro di storia declinato al futuro.

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