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mercoledì 23 marzo 2011

Quando il colpo di Stato è in diretta tv (forse)

Un libro intero per fermare un solo momento, quello dell'irruzione del militare golpista nell'aula del Parlamento, ma anche il momento in cui, tra tutti i deputati, i ministri, gli alti funzionari delle istituzioni, rimane in piedi un solo uomo, il capo del governo di un governo già morto, ucciso non da quel colpo di Stato ma dalle derive della Storia, dalle perfidie della politica.

Un solo momento che è come un fermo immagine alla televisione. Con tutto il prima che c'è prima, tutto il dopo che c'è dopo. Un momento che contiene infinite possibilità e da cui dipende un intero paese e con quel paese la vita di milioni e milioni di persone.

E' a questo momento che Javier Cercas, lo scrittore spagnolo già autore del bellissimo Soldati di Salamina, ha dedicato un intero libro, appassionato, meditabondo, minuzioso, perfino eccessivo nella cura dei dettagli. Un libro per raccontare il golpe del 23 febbraio 1981, quando il colonello Tejero entrò pistola in pugno nel parlamento di Madrid.

Passerà alla storia come l'ultimo rigurgito della Spagna franchista, il tentativo estremo e folle di un manipolo di fanatici. In realtà era il golpe di cui tutti sapevano e di cui tutti fecero finta di non sapere, dopo.

Ma quel golpe è molte altre cose ancora. E molte altre cose ancora è questo libro, Anatomia di un istante. Per esempio un appassionante esercizio della memoria, con le sue trappole, le sue indeterminatezze.

E' stato l'unico golpe della storia ripreso dalle telecamere... almeno apparentemente trasmesso in diretta.


E alcuni antepongono quello che ricordano a ciò che avvenne, e così continuano a ricordare di aver visto il colpo di Stato in diretta

Quel colonnello con il tricorno in testa e la pistola brandita:

Pur sapendo che è un personaggio reale, resta un personaggio irreale; pur sapendo che è un'immagine reale, resta un'immagine irreale

E quel golpe:

Nella società dello spettacolo, in ogni caso, è stato uno spettacolo in più

sabato 4 dicembre 2010

Quando entrano in gioco gli "eroi del tradimento"

E se lo scrittore, almeno di tanto in tanto, riuscisse ad arrivare dove gli storici non arrivano? Se fosse proprio lui a finire nel vortice della storia e a lasciarsi portare lontano, là dove lo sguardo può spingersi fino a cogliere la verità che ad altri sfugge?

Io ne sono convinto, sono convinto cioè che a volte la verità della storia si schiuda più facilmente grazie agli strumenti della letterarura. E di questo ho tratto qualche conferma leggendo la bella intervista che Roberto Brunelli ha fatto a Javier Cercas (Io, Javier Cercas, un narratore nel vortice della storia, pubblicata su L'Unità del 2 dicembre).

 Cercas non è solo uno dei migliori scrittori spagnoli (di cui consiglio in particolare lo splendido Soldati di Salamina), è anche uno scrittore che narra la storia, perfino la storia dell'altro ieri, come ha fatto ora con Anatomia di un istante (Guanda), storia, storie e retroscena del golpe del tenente colonnello Tejero, il 23 febbraio 1981,  ultimo sussulto della Spagna franchista.

Nell'intervista Cercas parla di Adolfo Suarez, l'uomo di regime che si è messo al servizio della democrazia (il paragone è con il generale Della Rovere del film con De Sica). E ciò di cui si parla, in realtà, sono gli "eroi del tradimento": quelli che hanno il coraggio di voltare le spalle (vi ricorda qualcosa?).

Dice Cercas:

Siamo giustamente abituati a pensare alla lealtà come a una virtù, ma ci sono momenti in cui è molto più difficile tradire che essere leali

E allora, vi immaginate uno storico a fare discorsi così?

La storia cerca una verità fattuale, cosa successe a certi uomini, in certi luoghi in un dato momento. La letteratura cerca una verità morale. In questo libro io cerco due verità opposte allo stesso tempo. In questo senso, il libro è un ossimoro. Sì, è un libro impossibile. Ma sono i libri impossibili gli unici che meritano di essere scritti

Aggiungo: non so se sono impossibili, ma utili lo sono senz'altro

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