Visualizzazione post con etichetta Sofocle. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sofocle. Mostra tutti i post

sabato 24 dicembre 2011

Il Golfo dei Poeti e il mare degli antichi Greci


Fa impressione incontrare sulla spiaggia di Lerici, dove è nato e vive, un personaggio così fuori del tempo.

E che emozione, quell'incontro, così come lo racconta Alessandra Iadicicco, sulle pagine di Tuttolibri, e che nonè con un autore di best-seller, uno di quelli che scala le classifiche e va in televisione. Angelo Tonelli, figurarsi, è un filologo, mestiere oscuro e faticoso, anche se dalla splendida etimologia: amico della parola. E' stato allievo del filosofo Giorgio Colli, da sempre si immerge nelle pagine di Kant, Nietzsche e Schopenhauer (e non so se questo possa essere misura di una vita serena), ma soprattutto è il grande traduttore dei Greci classici. Con undici anni di paziente lavoro ha consegnato alla nostra lingua tutte le tragedie di Eschilo, Sofocle, Euripide.

Non possiedo nessuna competenza che possa arrivare all'altezza delle sue scarpe. Ma mi piace quell'incontro, mi piace quella scelta di vita non in una città di librerie ed editori, ma là, con il Mar Ligure davanti, e Portovenere, le Cinque Terre, il Golfo dei Poeti che Tonelli ha ribattezzato Golfo degli Dei, perchè a volte la mitologia riesce anche in questo, riesce a stendere la sua tavolozza dei suoi colori anche sul mondo in cui viviamo.

E allora il Mar Ligure potrebbe davvero essere l'Egeo, il mare solcato dagli eroi della guerra di Troia. Quel mare, o un altro mare, quello delle parole che possono essere oceano e viaggio che dura una vita.

domenica 31 luglio 2011

I libri che non potremo mai leggere

Di tanto in tanto mi capita di pensarci. L'ultima volta leggendo il numero di luglio di Storica, bellissima rivista del National Geographic. Un bel servizio dedicato ad Alessandria di Egitto, ai tempi dei Tolomei e della biblioteca perduta.

Non potremo mai leggerli: questo è il titolo della pagina che racconta dei volumi persi con quella biblioteca in fiamme, dei libri che sono solo un titolo e una supposizione, a volte nemmeno quella, degli autori che sono come un'ombra che scivola lungo un muro.

Non potremo mai leggerli: è proprio questo che di tanto in tanto mi capita di pensare. Anche se solo ora sono in grado di indugiare su certi nomi.

Berosso, astronomo e storico babilonese che compilò una monumentale cronologia del mondo; Manetone, sacerdote egiziano che si prodigò per consegnare alle future generazioni la sua Storia dell'Egitto; Arctino, poeta di Mileto che compose il seguito dell'Iliade.

Per non dire di tutte le tragedie di Euripide, Sofocle ed Eschilo - così poche ce ne sono rimaste. Delle commedie di Aristofane  - irrimediabilmente perse tre su quattro. Dei nove libri della poetessa Saffo e della prima opera attribuita a Omero.... e poi... e poi....

Mi capita ogni tanto di pensarci. E provo qualcosa di simile a una struggente, inguaribile nostalgia. 

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...