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mercoledì 19 giugno 2013

Quando per gli italiani l'America era un sogno

 Eugenio Montale, che in America non c'era mai stato, non si stancava di interrogarsi su un paese che gli sembrava insieme un posto in cui era una maledizione nascere e morire e un paradiso dove non si poteva fare a meno di vivere.

E che cosa fosse davvero l'America forse non lo riuscirono a comprendere davvero nemmeno i tanti scrittori e giornalisti italiani che nel corso del ventennio fascista provarono a scoprirla. Sarà che l'America - anzi, gli Stati Uniti - era davvero molte cose insieme. Sarà che persino per Mussolini l'America era molte cose insieme: nuovo mondo e plutocrazia e altro ancora.

Non lo riuscirono a comprendere, ma certamente, mattone su mattone, costruirono un'immagine dell'America che per molti versi, e anche a dispetto delle indicazioni del regime, fu soprattutto un mito: America, terra di possibilità, terra di libertà.

E'  di tutto questo che ci parla l'affascinante Al di là del mito. Scrittori italiani in viaggio negli Stati Uniti di Ambra Meda (Vallecchi editori), un libro non solo per studiosi per una lettura che intriga.

Quante cose, nelle sue pagine.

La traversata dell'Atlantico, l'impatto con New York e i suoi grattacieli, la gente che corre e i treni che tagliano un intero continente. Gli alcolizzati per strada e gli studios di Hollywood. Il proibizionismo e la frontiera.

L'America sognata e vagheggiata, l'America temuta e denigrata. E l'America vera, sperimentata sulla propria pelle, che non è nè l'una né l'altra. Eppure in fondo sempre un sogno. Bisognerà aspettare il dopoguerra perché Cesare Pavese dichiari:

Sono finiti i tempi in cui scoprivamo l'America.

Ma forse allora, con un paese in macerie, con un paese da ricostruire e da reinventare dopo il fascismo, non c'era più tempo per sognare.

martedì 7 agosto 2012

Gore Vidal, che se n'è andato così

Se n'è andato anche Gore Vidal, un altro grande della nostra letteratura, un altro americano capace di raccontarci un mondo lontano e vicino, oltre i sogni di celluloide, oltre i miti duri a morire.

Se n'è andato, mi pare si possa dire, in punta di piedi: cosa che in effetti torna davvero poco con il carattere di un uomo che non fu certo uno scrittore appartato, chiuso nella sua torre d'avorio, piuttosto un personaggio che si faceva ben notare sia a Hollywood che a Washington. Personaggio da film lui stesso, detestato e amato in dosi ugualmente generose, connesso in qualche modo con tutto ciò che per noi per lunghi anni è stata l'America.

Che poi chissà che vuol dire, in punta di piedi, per uno come lui. Aveva 86 anni, era malato. Da tempo non usava più le sue parole come frusta contro l'establishment, contro gli affaristi di ogni risma, contro la politica dove alla fine tutti i gatti sono bigi.

Però forse è l'America che l'ha accompagnato fuori in punta di piedi. La stessa America che per decenni l'ha osannato o insultato, a volte anche trascurato, ma trascurato con quell'indifferenza premeditata e ostentata che alla fine fa più rumore di un Pulitzer.

La notizia sul giornale, un coccodrillo già pronto, un critico letterario invitato a scrivere qualche cartella. Ed è finita.

Anch'io me ne sono accorto solo per caso, recuperando un giornale vecchio di qualche giorno per altri motivi. Buffo, poco tempo fa avevo tirato fuori dallo scaffale L'età dell'oro, un libro di Gore Vidal che sono intenzionato a leggere, prima o poi.

Ha detto, Gore Vidal:


Al contrario di quanti molti credono, la fama letteraria non ha nulla a che vedere con l'eccellenza o con la vera gloria. Per qualunque artista, la fama è la misura di quanto l'agorà trovi interessante la sua ultima opera.

Era passato un certo tempo da quando all'agorà non era stata data in pasto un'ultima opera interessante di Gore Vidal, proprio lui, lo scrittore che con i suoi romanzi ci ha raccontato due secoli di storia di America.

martedì 27 marzo 2012

Rin-Tin-Tin, il cane di Hollywood uscito dalla trincea

Chissà che cosa dirà il suo nome ai ragazzi di oggi. Per sarà sempre una leggenda: Rin-Tin-Tin, il pastore tedesco che con le sue avventure animava i miei pomeriggi di adolescente, alla tv dopo i compiti a casa, il cane a cui gli uomini assegnarono l'Oscar e in seguito glielo ritirarono, perché se un cane era meglio degli altri attori era segno che gli altri attori erano peggio che cani.

La sua storia è stata recentemente raccontata da una scrittrice americana, Susan Orlean, e ripresa in Italia da Vittorio Zucconi. Ed è una storia sorprendente, che si intreccia, figurarsi, con gli orrori della Grande Guerra.

Prima di tutto Rin-Tin-Tin era il nome che i francesi avevano dato a un pupazzetto portafortuna. Donne e bambini lo regalavano ai loro uomini in partenza per il fronte. Cosa da niente, un acquisto da otto franchi, ma con esso si regalava un'impagabile speranza: quella di potersi rivedere e riabbracciare. Chissà se quel pupazzetto, nelle attese in trincea, non aiutasse perfino a tornare indietro con la fantasia, ai giorni dell'infanzia senza guerra.

Nel 1918 sbarcò in Francia un soldato americano e anche lui ebbe il suo pupazzetto. Un giorno lo stesso soldato si imbattè in un canile tedesco bombardato, trovò una nidiata di lupacchiotti affamati e impauriti. Uno lo chiamò Rin-Tin-Tin e se lo portò con lui in America.

Cominciò così la storia dell'attore a quattro zampe: molto migliore non solo di tanti attori di Hollywood, ma di tutti coloro che nel sangue della Grande Guerra si erano disinvoltamente tuffati.

venerdì 22 aprile 2011

Ciao Stan, triste, solitario y final

Fa giorno con un cielo tutto rosso, sembra di fuoco, eppure il vento è fresco e umido e l'orizzonte una foschia grigia.... Stan passa la lingua sulle labbra e sente, forse per l'ultima volta in questo viaggio, il gusto salato del mare

Alzi la  mano chi ama o ha amato Triste solitario y final di Osvaldo Soriano, questo libro che sa essere molte altre cose, viale del tramonto, nostalgia di celluloide, canto triste sull'amicizia, sogno di sogno.

E' ormai vecchio e solo, Stan Laurel, lo Stanlio nostrano, quello che ci strappava risate da lacrime, bastava inquadrarlo, secco, allampanato, irrimediabilmente imbranato. Una stella di Hollywood che ormai si è spenta. Non c'è Ollio, con lui, morto da un pezzo. Non ci sono più contratti e copioni. Il viale del tramonto, davvero.

E Stanlio non ci crede, Stanlio ha bisogno di vivere del suo passato. Stanlio deve capire perché.

Non fa più ridere, Stanlio. Come se avesse vissuto a credito e ora i creditori avessero bussato tutti insieme.

E ora che non fa più ridere mi pare ancora più tenero. Indispensabile. Da fermare nel ricordo come quel suo grasso grosso amico che lo avrebbe voluto fare a pezzi. Da fermare come quei sabati pomeriggi che tornavo da scuola, facevo le elementari, e non c'era da perdere tempo, a malapena mangiare, perchè alla Rai stava per cominciare Oggi le comiche. E c'era lui. C'erano loro.



venerdì 18 marzo 2011

Quante donne che ci sono in Tina

Tina Modotti. Tina fotografa, Tina attrice, Tina rivoluzionaria, Tina amante appassionata, Tina che incrocia i luoghi e gli eventi della grande storia, Tina che dall'Italia degli emigranti arriva a Hollywood, Tina che incrocia la storia dell´Unione Sovietica, Tina semplicemente donna...

E quante donne che ci sono in Tina, quante storie, quanti sentimenti, quante possibilità di vita, quanti sogni e quante delusioni...

Ancora una volta c´e´ un libro che, raccontando la storia di questa vita mi permette di ritrovare qualcosa di Tina accanto a me. Lo ha scritto Pino Cacucci, si chiama semplicemente Tina, è bellissimo.

Una biografia che è più di una biografia e che infatti si legge come un romanzo. Perchè la vita di Tina Modotti è questa, una storia che non leggi e poi lasci lì, una storia che ti rimane dentro, a meditare cosa si vanifica e cosa può lasciare il segno in questa esplosione di creatività, di sensualità, di fame di riscatto sociale...

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...