Visualizzazione post con etichetta Haruki Murakami. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Haruki Murakami. Mostra tutti i post

lunedì 20 agosto 2012

Murakami e la maratona che è come scrivere

Comunque l'attività che consiste nello spostare concretamente il mio corpo nello spazio, attraverso una sofferenza diciamo opzionale, mi ha fornito un'occasione estramemamente valida di apprendimento. Forse non funziona così per tutti, ma per me sì.

Lo diceva Somerset Maugham: anche nell'atto di farsi la barba c'è una filosofia. Figurarsi se si tratta di correre, in allenamento o in gara non importa, correre perché correre significa misurarsi con se stessi prima con gli altri.

Se non ci credete è il caso di leggere L'arte di correre di Murakami Haruki, sì, l'autore di libri quali L'uccello che girava le viti del mondo, Norvegian Wood, L'elefante scomparso, che è uno che non macina solo parole, ma anche chilometri, uomo che ogni giorno si infila le scarpette di corsa e parte.

Quando corro, dice Murakami, semplicemente corro. I pensieri lo assalgano, lo attraversano, lo lasciano. Come nuvole che vagano nel cielo. Ospiti di passaggio, qualcosa che esiste e al tempo stesso non esiste.

Correre, scrivere. Anche scrivere implica pensieri che arrivano e se ne vanno. Parole come passi. Ritmo da mantenere.

E' un libro sulla corsa, questo. Ma con premesse così diventa lo straordinario autoritratto di un uomo e di uno scrittore. Murakami racconta anche il momento preciso in cui decise di mettersi a scrivere. Fu a una partita di baseball, non a una maratona. Però poi quanta strada. 

giovedì 21 giugno 2012

Sorpresa, è a Teheran la fiera del libro

Ma è proprio lo stesso paese? Occhi sgranati, titolo da leggere due volte, attenzione all'equivoco. Sì che lo è: è dell'Iran che si parla. Dell'Iran e di Teheran, che anche quest'anno ha ospitato la sua Fiera del Libro. 


E dunque, il paese da cui è arrivato Leggere Lolita a Teheran - lo splendido libro di Azar Nafisi su un manipolo di donne che sfidano il regime leggendo a loro rischio e pericolo lo scandaloso Nabokov - è lo stesso di una Fiera del Libro che con i numeri surclassa anche la Buchmesse di Francoforte. 

Mezzo milioni di visitatori, duemila case editrici e, tra gli stand, anche i libri di Dostoevskij e Murakami.

Paese faticoso, paese strano, l'Iran. Perché poi c'è anche l'altro lato della medaglia. Come racconta Alessandro Carlini sul Venerdì di Repubblica, da queste parti sono vietati anche il Simposio di Platone o l'Ulisse di James Joyce. 

Però i libri messi al bando, come i libri proibiti, in qualche modo riuscirete sempre a trovarli, magari per strada. 

Mercato nero di cultura. Reazione vitale di un paese che non si è arreso alla censura e anche così sa restituire alla cultura quel valore che da noi punta tristemente verso l'azzeramento.  

mercoledì 23 novembre 2011

Murakami e gli interruttori nel pannello della coscienza

Che la sua grandezza si imperni davvero sulla capacità di passare disinvoltamente dal lato A al lato B della vita e ritorno?

Haruki Murakami è un grande, un grandissimo. Non mi ha mai entusiasmato, perché si sa, i libri sono anche una questione di gusto, di piacere a pelle, a volte le stesse ragioni della grandezza sono le ragioni anche del mancato coinvolgimento intellettuale ed emotivo. Però libri come L'uccello che girava le viti del mondo mi continuano a risuonare dentro come strane armonie cui il mio orecchio non è abituato, come musica troppo elevata o di un'altra civiltà.

Enigmatica, la scrittura di Murakami. Dalle sue pagine lievita un inspiegabile fascino, che forse mi aiuta a decifrare Dario Olivero, in un'intervista di qualche tempo fa allo scrittore giapponese.

Afferma Dario Olivero:

I personaggi passano attraverso porte che separano mondi (ancora  A  e non A) e da quel momento le loro azioni hanno conseguenze sia nell'una che nell'altra

E vuole dire, penso, che Murakami sa aprire la porta dei tanti mondi paralleli che fanno parte della vita, intendo della vita di tutti noi. Perché ha ragione, Murakami:

Credo che uno dei compiti più importanti di uno scrittore sia attivare quel territorio dello spirito che nella vita quotidiana non viene usato. Per farlo è necessario spostare in posizione On alcuni interruttori che si trovano sul pannello della coscienza. Se si riesce, quei territori di solito addormentati lentamente si risvegliano. I romanzi - cioé i buoni romanzi - hanno questo potere


La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...