E' un romanzo che vi consiglio - I padri di Raul di Marco Piermattei (Romano editore) - e, da quel libro, questa è la mia introduzione:
Ho deciso: non farò quello che sembra si debba fare con le prefazioni o le introduzioni.
Resisterò insomma alla tentazione di raccontarvi la storia in cui entrerete subito dopo queste righe, in modo che dall'inizio alla fine vi possiate regalare attesa e sorpresa. E non vi presenterò i suoi personaggi, di cui pure sarebbe un piacere parlarvi, perché non è così che si fa, quando ci sono personaggi che sanno staccarsi dalla pagina e venirvi incontro. Ci penseranno loro, a prendervi per mano e a presentarsi.
Non tenterò nemmeno un giudizio critico, per prima cosa perché non credo di esserne capace, in secondo luogo perché – e di questo ne sono assolutamente convinto – prima del giudizio è giusto pretendere il piacere della lettura. Tuffatevi voi in questa piscina di parole ed emozioni.
So che vi troverete perfettamente a vostro agio. Vi immergerete nell'acqua di una storia che, chissà, potrebbe essere anche la vostra storia, o la storia di qualche persona a voi cara.
E per dirvela tutta: leggendo Marco Piermattei mi è ritornato in mente ciò che una volta ha affermato un grande scrittore israeliano, Aharon Appelfeld:
La letteratura dice: guardiamo questa particolare persona. Diamole un nome, un luogo. Offriamole una tazza di caffè... la forza della letteratura risiede nella capacità di creare un'intimità. Quel genere di intimità che ci tocca personalmente