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giovedì 19 gennaio 2012

Carlo Fruttero e le persone che hanno sempre un'opinione

Bellissimo il ricordo che sulle pagine di Repubblica Antonio Gnoli ci regala di Carlo Fruttero, lo scrittore piemontese e - io aggiungerei, il grande signore della nostra cultura - scomparso qualche giorno fa.

Dice Gnoli di Fruttero:

Lo spaventavano le persone che avevano un'opinione su tutto. Aveva eletto una frase di Valéry a guida del proprio agire: non avere opinioni.

E aggiunge, Gnoli:

Fruttero ha vissuto senza aspettarsi molto. Questa fu la sua forza, il suo segreto: di non sentirsi invincibile. Solo così poteva scherzare, ridere, comversare: "Quando hai lasciato agli altri i destini del mondo a te resta tutto il bello della vita".

Mi piace ricordare anche che la sua prima lettura fu Il corsaro nero, letto ad appena cinque anni. Lo ricordo per complicità salgariana. Ma anche perché ci deve essere una segreta corrispondenza tra il carattere schivo (e il non sentirsi invincibile) e l'amore per i libri scatenato da un personaggio di carta che non si è mai lasciato domare dagli eventi.

lunedì 18 luglio 2011

Se il Corsaro Nero è la possibilità di ricominciare

Corsaro Nero o Sandokan? Personalmente non ho mai avuto dubbi, tra i due grandi personaggi di Emilio Salgari:  il Corsaro Nero. Lui e il mare dei Caraibi, con  i galeoni e i filibustieri. L'isola della Tortuga per ripararsi e una Maracaibo da espugnare sempre nella testa. Ma soprattutto lui, il Corsaro Nero, il nobile diventato corsaro, l'eroe pallido e malinconico, l'uomo perseguitato dai suoi fantasmi, dilaniato tra l'onore e l'amore, divorato da una febbre di vendetta che ha per bersaglio più se stesso che il nemico dichiarato.

La sua dannazione: innamorarsi della figlia dell'uomo che si vuole morto. Abbandonare quella donna, annegare nel senso di colpa, infine ritrovarla.

Devo a Felice Pozzo (Il Corsaro Nero, Franco Angeli, coautori Pino Boero e Walter Fochesato), grande studioso del grande Emilio, la possibilità di ritornare allo straordinario epilogo di tutta questa storia, che non è solo di cappa e spada.

Una notte dei tropici, la luna che proietta raggi azzurri, l'aria tiepida e profumata.

Lui la prende per mano dicendo  'Bisogna che veda il mare'  poi le cinge la vita e si incamminano.

Pensare che per il Corsaro Nero il mare finora è stata la tomba dei fratelli per cui ha giurato vendetta. Luccica quel mare, come se riflettesse le anime dei morti ammazzati.

Il giorno dopo i compagni del Corsaro troveranno sulla sabbia la spada del Corsaro. A riva manca una scialuppa.

Se ne sono andati, in silenzio. Il mare non è più vendetta, è libertà. Possibilità di ricominciare.

sabato 14 agosto 2010

Che fine fanno i personaggi di un libro

Succede solo per i libri più importanti, quelli che continuano a risuonare dentro anche una volta che li abbiamo riposti sullo scaffale. I personaggi che hanno preso vita dalla pagina non è che si congedano e spariscono, ombre tra le ombre. Rimangono, in qualche modo, si tratti del Corsaro Nero, di Emma Bovary oppure del maggiordomo Jeeves. Continuano ad accompagnarci e a volte riusciamo anche a intavolare dei dialoghi immaginari.

E se vale per i lettori, figurarsi per lo scrittore che quei personaggi li ha creati. Arriva un momento in cui li lascia andare come una nave che molla gli ormeggi?

A questo proposito dice cose bellissime Marguerite Yourcenar In Ad occhi aperti, il libro intervista con Matthieu Galey.

I personaggi sono sempre lì, costantemente presenti? chiede l'intervistatore. E lei, la donna da cui hanno preso vita personaggi indimenticabili come Adriano e Zenone:

Sono tutti presenti, come sono presenti anche i vivi che amo o che mi interessano, presenti o passati. la conosco molto poco ma, quando se ne sarà andato, anche lei sarà presente. Credo di non rinunciare mai a un essere che ho conosciuto, e in nessun caso ai miei amici

Bello, i personaggi come amici a cui non si rinuncia mai. Ma anche gli amici sono come i personaggi, possibilità alternative della nostra vita

Attraverso loro, ho vissuto delle vite parallele. Lo stesso avviene con i miei amici in carne e ossa... Ogni simpatia e ogni comprensione accordate a degli esseri, appartengano al passato o al presente, nascano dalla nostra mente, ci accompagnino o incrocino la nostra strada nella vita, moltiplicano le nostre occasioni di contatto con la realtà

Non avevo mai pensato così, alle amicizie, di carta o in carne e ossa che siano, come alla moltiplicazione della nostra vita: le tante alte vite che discendono dalla nostra, stradario di una mappa immaginaria e possibile.

Ora ci penso e mi piace.

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...