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venerdì 30 agosto 2019

Re Artù si ritrova nei pub e nelle miniere

«Mi interessa Re Artù prima che diventi verso di poeti, personaggio di romanzi, ispirazione per il cinema. Anche se è per tutto questo, in effetti, che Re Artù è Re Artù. Almeno per me: l’uomo – o l’ombra – per cui mi sono messo in viaggio». 

Un viaggio tra Galles e Cornovaglia inseguendo l’ombra di Re Artù, mito tra i più grandi e affascinanti della nostra civiltà, lungo sentieri a picco sul mare, castelli di fantasmi, antiche battaglie, isole smarrite nelle nebbie, montagne abitate da giganti. Tra i cavalieri della Tavola Rotonda e l’eterna ricerca del Santo Graal, si riannodano i fili di vicende che parlano ai nostri giorni: perché Artù, in fondo, non è altro che l’idea di un sovrano capace di garantire pace e giustizia. Anche per questo è un mito che non muore. 

Lo si ritrova nelle miniere abbandonate, nei pub di campagna, nei campi da rugby, in abbazie che ricordano San Galgano nella sua Toscana. E soprattutto nelle parole dei grandi della letteratura, da Thomas Malory a Mark Twain, da Chrétien de Troyes a Dylan Thomas.

 Fino a una città dei libri – Hay-on-Wye – che alimenta le leggende e di per se stessa è già una leggenda.

lunedì 10 ottobre 2016

Tra Merlino e il Santo Graal, il romanzo all'inizio dei romanzi

Pensare che è il primo romanzo in prosa nella storia della lingua francese: roba, pare, a uso e consumo di appassionati di filologia, comunque di studiosi seri. Pensare che il titolo basta a destare un ovvio timore reverenziale. Il Libro del Graal: roba, è evidente, da malati di strani esoterismi.

Diciamolo pure, se non fosse stato per il mio viaggio di quest'estate in Galles e Cornovaglia, sulle orme di Re Artù e dei suoi cavalieri, da questo libro mi sarei tenuto ben alla larga. Diffidandone con tutto il cuore.

Però è così: sono tornato e ho deciso di dedicare questo autunno, forse anche l'inverno alle storie del Re dei Britanni, con tutto quello che ne discende: compresa l'estenuante ricerca del Santo Graal. Per questo mi sono imbattuto anche in questa opera di Robert de Boron, scrittore di Francia, anzi, di Borgogna, dell'epoca della cavalleria e delle crociate.

E alle sue pagine mi sono avvicinato come chi se ne sta al bordo della piscina e sfiora l'acqua con le dita del piede, perché non sia mai, magari è troppo fredda. Per poi trovarmi di colpo in acqua e nuotare,  a nuotare con il freddo che se c'è stato ora se n'è andato via.

E ho letto di Giuseppe di Arimatea, primo custode del calice che raccolse il sangue di Cristo. Ho letto di Merlino, nato dall'unione di una donna e del diavolo, dotato del dono della profezia e della metamorfosi, profeta del Graal e guida di Artù. Ho letto dei cavalieri della Tavola Rotonda, delle loro peripezie, dei loro duelli, dei loro viaggi per mare e per terra. Ho letto infine di Perceval, il più indomito ma soprattutto il più puro di tutti, che arrivato al Graal una prima volta se ne dovrà tornare indietro perché non ha posto la domanda che doveva porre. Ma che in seguito - dopo aver ancora tanto cercato e penato - del Graal potrà diventare l'ultimo custode.

Sorprendente, coinvolgente, enigmatico, anche a prescindere dal misticismo che lo pervade: un romanzo, un vero romanzo. Alla fine da quella piscina non avrei voluto uscire.

sabato 23 luglio 2016

La Cornovaglia e il corvo di re Artù

Ha cominciato il suo volo nella stagione indefinita del mito, quando il suo corpo è diventato l'involucro che ripara l'anima di re Artù. E', si dice, la ragione per cui i corvi volano per il cielo d'Inghilterra indisturbati, nessuno li tocca, ignorando quale di loro sia il mitico sovrano che un giorno tornerà in fattezze umane a regnare sul paese.

Che bello il viaggio immaginario che rileggo in un vecchio numero di Tuttolibri. Marta Morazzoni lo dedica a una delle terre che più di tutte pare svanire dietro le nebbie dei tempi remoti e delle leggende, la Cornovaglia. Dimostrazione, ancora una volta, che ci sono molti modi di viaggiare; e che uno dei migliori è senz'altro conquistarsi un posto sul tappeto volante dell'immaginazione.

Tra qualche giorno mi spingerò in quella punta estrema dell'antica Britannia, protesa nell'Atlantico con la determinazione di un Occidente che non accetta niente oltre di sé: è la prima volta. Eppure in Cornovaglia mi pare di essere stato molte altre volte, sfidando gli scogli battuti dall'Oceano e molte altre insidie. Ho inseguito re Artù senza mai sospettare che potesse essere un corvo che volava alto. Mi sono accompagnato ai cavalieri della Tavola Rotonda. Ho cercato la mia Camelot, reggia fantastica che è un po' il Santo Graal dei castelli.

Per quello che valgono i buoni propositi, questo inverno voglio anche rituffarmi nei romanzi cortesi di Chrétien de Troyes, così da ritrovarmi con vecchi amici quali Lancillotto e Percival.

E insomma, vedremo: ma è bello che esistano terre straordinarie anche solo per ciò che evocano.

Ps: a proposito di corvi e di Cornovaglia, come non dimenticare anche Gli uccelli di Daphne du Maurier, da cui il grande Hitchcock trasse ispirazione per uno dei più terribili incubi cinematografici? Ci sono molti modi per viaggiare, ma anche molti modi in cui i sogni possono declinarsi...

venerdì 8 febbraio 2013

Se la Cornovaglia è la terra dell'immaginazione

Ci sono molti modi di viaggiare; e che uno dei migliori è senz'altro conquistarsi un posto sul tappeto volante dell'immaginazione.
Non mi sono mai spinto in quella punta estrema dell'antica Britannia, protesa nell'Atlantico con la determinazione di un Occidente che non accetta niente oltre di sé: e prima o poi, voglio sperare, riuscirò a colmare questa lacuna.

Eppure in Cornovaglia mi pare di essere stato molte altre volte, sfidando gli scogli battuti dall'Oceano e molte altre insidie. Ho inseguito re Artù senza mai sospettare che potesse essere un corvo che volava alto. Mi sono accompagnato ai cavalieri della Tavola Rotonda. Ho cercato la mia Camelot, reggia fantastica che è un po' il Santo Graal dei castelli.

Per quello che valgono i buoni propositi, questo inverno voglio anche rituffarmi nei romanzi cortesi di Chrétien de Troyes, così da ritrovarmi con vecchi amici quali Lancillotto e Percival.

E insomma, vedremo: ma è bello che esistano terre straordinarie anche solo per ciò che evocano.

Ps: a proposito di corvi e di Cornovaglia, come non dimenticare anche Gli uccelli di Daphne du Maurier, da cui il grande Hitchcock trasse ispirazione per uno dei più terribili incubi cinematografici? Ci sono molti modi per viaggiare, ma anche molti modi in cui i sogni possono declinarsi...

venerdì 14 ottobre 2011

Ha cominciato il suo volo nella stagione indefinita del mito, quando il suo corpo è diventato l'involucro che ripara l'anima di re Artù. E', si dice, la ragione per cui i corvi volano per il cielo d'Inghilterra indisturbati, nessuno li tocca, ignorando quale di loro sia il mitico sovrano che un giorno tornerà in fattezze umane a regnare sul paese

Che bello il viaggio immaginario che rileggo in un vecchio numero di Tuttolibri. Marta Morazzoni lo dedica a una delle terre che più di tutte pare svanire dietro le nebbie dei tempi remoti e delle leggende, la Cornovaglia. Dimostrazione, ancora una volta, che ci sono molti modi di viaggiare; e che uno dei migliori è senz'altro conquistarsi un posto sul tappeto volante dell'immaginazione.

Non mi sono mai spinto in quella punta estrema dell'antica Britannia, protesa nell'Atlantico con la determinazione di un Occidente che non accetta niente oltre di sé: e prima o poi, voglio sperare, riuscirò a colmare questa lacuna. Eppure in Cornovaglia mi pare di essere stato molte altre volte, sfidando gli scogli battuti dall'Oceano e molte altre insidie. Ho inseguito re Artù senza mai sospettare che potesse essere un corvo che volava alto. Mi sono accompagnato ai cavalieri della Tavola Rotonda. Ho cercato la mia Camelot, reggia fantastica che è un po' il Santo Graal dei castelli.

Per quello che valgono i buoni propositi, questo inverno voglio anche rituffarmi nei romanzi cortesi di Chrétien de Troyes, così da ritrovarmi con vecchi amici quali Lancillotto e Percival.

E insomma, vedremo: ma è bello che esistano terre straordinarie anche solo per ciò che evocano.

Ps: a proposito di corvi e di Cornovaglia, come non dimenticare anche Gli uccelli di Daphne du Maurier, da cui il grande Hitchcock trasse ispirazione per uno dei più terribili incubi cinematografici? Ci sono molti modi per viaggiare, ma anche molti modi in cui i sogni possono declinarsi...

lunedì 4 luglio 2011

La Cornovaglia, il corvo e la mia immaginazione

Ha cominciato il suo volo nella stagione indefinita del mito, quando il suo corpo è diventato l'involucro che ripara l'anima di re Artù. E', si dice, la ragione per cui i corvi volano per il cielo d'Inghilterra indisturbati, nessuno li tocca, ignorando quale di loro sia il mitico sovrano che un giorno tornerà in fattezze umane a regnare sul paese

Che bello il viaggio immaginario che rileggo in un vecchio numero di Tuttolibri. Marta Morazzoni lo dedica a una delle terre che più di tutte pare svanire dietro le nebbie dei tempi remoti e delle leggende, la Cornovaglia. Dimostrazione, ancora una volta, che ci sono molti modi di viaggiare; e che uno dei migliori è senz'altro conquistarsi un posto sul tappeto volante dell'immaginazione.

Non mi sono mai spinto in quella punta estrema dell'antica Britannia, protesa nell'Atlantico con la determinazione di un Occidente che non accetta niente oltre di sé: e prima o poi, voglio sperare, riuscirò a colmare questa lacuna. Eppure in Cornovaglia mi pare di essere stato molte altre volte, sfidando gli scogli battuti dall'Oceano e molte altre insidie. Ho inseguito re Artù senza mai sospettare che potesse essere un corvo che volava alto. Mi sono accompagnato ai cavalieri della Tavola Rotonda. Ho cercato la mia Camelot, reggia fantastica che è un po' il Santo Graal dei castelli.

Per quello che valgono i buoni propositi, questo inverno voglio anche rituffarmi nei romanzi cortesi di Chrétien de Troyes, così da ritrovarmi con vecchi amici quali Lancillotto e Percival.

E insomma, vedremo: ma è bello che esistano terre straordinarie anche solo per ciò che evocano.

Ps: a proposito di corvi e di Cornovaglia, come non dimenticare anche Gli uccelli di Daphne du Maurier, da cui il grande Hitchcock trasse ispirazione per uno dei più terribili incubi cinematografici? Ci sono molti modi per viaggiare, ma anche molti modi in cui i sogni possono declinarsi...

martedì 17 agosto 2010

Quel corvo in volo nella Cornovaglia di Re Artù

Ha cominciato il suo volo nella stagione indefinita del mito, quando il suo corpo è diventato l'involucro che ripara l'anima di re Artù. E', si dice, la ragione per cui i corvi volano per il cielo d'Inghilterra indisturbati, nessuno li tocca, ignorando quale di loro sia il mitico sovrano che un giorno tornerà in fattezze umane a regnare sul paese

Che bello il viaggio immaginario che sull'ultimo numero di Tuttolibri Marta Morazzoni dedica a una delle terre che più di tutte pare svanire dietro le nebbie dei tempi remoti e delle leggende, la Cornovaglia. Dimostrazione, ancora una volta, che ci sono molti modi di viaggiare; e che uno dei migliori è senz'altro conquistarsi un posto sul tappeto volante dell'immaginazione.

Non mi sono mai spinto in quella punta estrema dell'antica Britannia, protesa nell'Atlantico con la determinazione di un Occidente che non accetta niente oltre di sé: e prima o poi, voglio sperare, riuscirò a colmare questa lacuna. Eppure in Cornovaglia mi pare di essere stato molte altre volte, sfidando gli scogli battuti dall'Oceano e molte altre insidie. Ho inseguito re Artù senza mai sospettare che potesse essere un corvo che volava alto. Mi sono accompagnato ai cavalieri della Tavola Rotonda. Ho cercato la mia Camelot, reggia fantastica che è un po' il Santo Graal dei castelli.

Per quello che valgono i buoni propositi, questo inverno voglio anche rituffarmi nei romanzi cortesi di Chrétien de Troyes, così da ritrovarmi con vecchi amici quali Lancillotto e Percival.

E insomma, vedremo: ma è bello che esistano terre straordinarie anche solo per ciò che evocano.

Ps: a proposito di corvi e di Cornovaglia, come non dimenticare anche Gli uccelli di Daphne du Maurier, da cui il grande Hitchcock trasse ispirazione per uno dei più terribili incubi cinematografici? Ci sono molti modi per viaggiare, ma anche molti modi in cui i sogni possono declinarsi...

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