Visualizzazione post con etichetta Leslie Smith Dow. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Leslie Smith Dow. Mostra tutti i post

mercoledì 31 luglio 2013

La triste storia della figlia di Victor Hugo

Ci sono vite che continuano a interrogarci, con il loro mistero. Le loro domande resistono al tempo e anche a qualsiasi tentativo di risposta, che è come sabbia che scivola tra le mani. La vita di Adèle Hugo è una di queste e ripercorrerla infligge una sorta di vertigine: troppe le possibilità sprecate, troppe le alternative che non è stato possibile esplorare, incommensurabili la proporzione del disastro esistenziale e il carico di sofferenza.

Molti avranno visto il film che a lei dedicò Francois Truffaut. Pochissimi avranno avuto modo di leggere la biografia che l'autrice canadese Leslie Smith Dow le ha dedicato e che in Italia ha pubblicato una piccolissima casa editrice, la Menichetti, che dopo questa partenza col botto mi pare che non abbia dato più segno di sé.

E certo film e libro raccontano la stessa storia e due vite diverse: senz'altro più crudo e impietoso il libro, allergico a ogni aura di eroina romantica.

Adèle Hugo. La miserabile, già il titolo non scherza, rimanda al destino di questa donna, figlia di Victor Hugo, il più grande tra i grandi scrittori, condensa la sua vita nella parola del capolavoro del padre e così ne esprime tutta l'irrimediabile infelicità.

Adèle, cioè la giovane bellissima, colta, brillante, capace di conversare a pari a pari con le menti più acute della sua epoca. Un talento dissipato, un fallimento esistenziale che non può essere imputato a un amore senza speranza, a un cuore scriteriatamente consegnato al peggiore degli uomini.

Forse non solo amore, ma anche malattia mentale. E forse non solo malattia, ma implosione di una donna che era troppo per un tempo che dalla donna si aspettava ben poche cose e ancora meno ne concedeva: certo non l'indipendenza intellettuale, certo non la libertà dei sentimenti.

Estrema ribellione, quella di Adèle, fino a oltrepassare la frontiera della follia. Stringe il cuore inseguirla per il mondo, ridotta così, con quel padre che certo non la capì e non l'aiutò come avrebbe dovuto, il grande Victor, certo più grande nelle sue pagine che nella vita. Stringe il cuore vederla consegnata per anni al silenzio di un manicomio che solo l'ipocrisia e il denaro del padre permettono di classificare come casa di cura. Lei, che molte cose avrebbe avuto da dire al mondo.

sabato 27 novembre 2010

Il coraggio dell'editore e la povera Adèle H.

Non temo smentite: ci vuole coraggio, molto coraggio, per gettarsi in un'avventura imprenditoriale nel mondo dei libri. Di questi tempi, poi.

E dunque basterebbe il coraggio, virtù peraltro piuttosto rara, per lasciarmi andare al più sincero brindisi augurale. Figuratevi se, oltre al coraggio, posso intravedere anche una discreta dose di buon gusto, intelligenza, passione per le opere che hanno qualcosa da dire, a prescindere dalle (sempre auspicabili) possibilità di stare bene sul mercato.

Per questo sono contento che la Toscana, regione che negli ultimi anni ha già disseminato buone dosi del coraggio di cui sopra, possa oggi tenere a battesimo una nuova casa editrice, la Menichetti.

Piccola, piccolissima, suppongo. Con un solo titolo per ora all'attivo. Ma un titolo che la dice lunga: Adèle Hugo. La miserabile di Leslie Smith Dow (già vincitrice del premio quale migliore giovane scrittrice canadese).

Per intendersi, ricordate Adèle H. Una storia d'amore, il film bello e dolente del grande Truffaut? Ecco, è questa la storia. La biografia della figlia di Victor Hugo, una triste parabola di vita da Parigi ai Tropici fino ai decenni trascorsi in un manicomio....

Inizia così l'avventura della Menichetti editore, con un libro che pare anche una dichiarazione di intenti per una casa editrice che punta a riannodare i fili della storia e della memoria. Se il buongiorno si vede dal mattino...

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...