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venerdì 24 febbraio 2012

Elizabeth non aveva paura degli specchi

Mi è sempre piaciuta la figura di Elizabeth Von Arnim, scrittrice che riuscì a vivere la sua vita in un'epoca in cui la donna avrebbe dovuto seppellirsi tra le mura di casa, magari concedersi solo qualche tè tra amiche, qualche pranzo in società con il marito.

Donna libera, indipendente, capace di vivere con ironia le varie vicende, di affermarsi in un panorama letterario tutto al maschile, di sottrarsi al peso dei pregiudizi.

Anche ai pregiudizi che è più difficile superare, quelli che noi stessi coltiviamo nei nostri confronti.

Quei pregiudizi che per esempio ci impediscono di accettare il tempo che passa, di sentire che noi stesso siamo il tempo. Che stiamo scivolando via nel fiume e niente ci lascerà fermi su una sponda.

A 70 anni Elizabeth scrisse nel suo diario:

Adesso sono davvero una donna anziana, e non devo dimenticarlo. Ci si abitua talmente ad essere giovani che si finisce per credere che sarà per sempre. Mi devo ricordare che non è così, e mi aiuteranno gli specchi.

Mi aiuteranno gli specchi, che belle queste parole. Quegli stessi specchi a cui prima o poi viene da sottrarsi. Gli specchi che a volte ci inducono perfino a barare.

E lei, Elizabeth, la donna che molto ha vissuto, tra divorzi e amanti, la bella Elizabeth, con questa splendida lezione di vita.

domenica 10 aprile 2011

Se l'odore sta nella cultura di chi annusa

Non ci avevo mai fatto troppo caso - e forse l'ho capito solo leggendo Negri froci giudei & Co. di Gian Antonio Stella - ma è così, l'avversario puzza sempre.

O almeno puzza la persona che classifichiamo irrimediabilmente altro da noi e inferiore. Puzza il nero, puzza il barbaro. E non si tratta solo del più grossolano dei pregiudizi, c'è qualcosa che va più a fondo, che viene prima: perché l'olfatto è il più primitivo dei sensi, quello che precede tutti gli altri anche nello sviluppo di un individuo (il neonato riconosce la madre dall'odore).

Che il razzismo sia prima di tutto una questione di odore? E perché no?

Ricorda l'antropologa francese Annick Le Guérer:


L'odore ha un ruolo fondamentale nelle relazioni umane e le decisioni che sono prese dall'olfatto sono prese al di fuori della sfera della coscienza, della morale e dell'estetica, ossia hanno un carattere radicale ed irrevocabile

E sarà proprio una questione di odore. Purché non dipenda solo dal naso.

Perché l'odore sta anche nella cultura di chi annusa.

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  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...