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venerdì 4 ottobre 2013

Rileggendo l'avventura del "pane nostro"

E' nato nella cenere, sulla pietra. Il pane è più antico della scrittura e del libro. I suoi primi nomi sono stati incisi su tavolette d'argilla in lingue ormai estinte. Parte del suo passato è rimasta fra le rovine. La sua storia è divisa fra terre e popoli.

Eccole, le prime righe di Pane nostro di Predrag Matvejevic, viaggio appassionante nella storia del pane, che poi nient'altro è che la storia dell'umanità. Fin dall'antico Egitto o dalle fertili pianure della Mesopotamia,

Storia di viaggiatori, pellegrini, marinai. Storia di traffici, di scambi, di guerre. La nostra storia.

La storia del pane conservato nelle madie e diviso tra i commensali, ma anche del pane che diventa leggenda, rito, poesia. Alimento del corpo e dello spirito. Sudore e ricompensa del lavoro. Pane guadagnato, elemosinato, rubato, sottratto a chi spetta, condiviso con chi non ne ha.

Per 20 anni Predrag Matvejevic ha lavorato su questo libro, ovvero ha lavorato sul pane per darci un altro pane - fatto di parole e lievitato con la passione.

Pagine, non meno affascinanti di quelle che diversi anni fa ci offrì con Breviario mediterraneo. Pagine per ricordarci ciò che troppo spesso ci dimentichiamo: che il pane è la vita, il pane siamo noi.

venerdì 23 novembre 2012

Il pane siamo noi, la nostra vita

E' nato nella cenere, sulla pietra. Il pane è più antico della scrittura e del libro. I suoi primi nomi sono stati incisi su tavolette d'argilla in lingue ormai estinte. Parte del suo passato è rimasta fra le rovine. La sua storia è divisa fra terre e popoli.

Eccole, le prime righe di Pane nostro di Predrag Matvejevic, viaggio appassionante nella storia del pane, che poi nient'altro è che la storia dell'umanità. Fin dall'antico Egitto o dalle fertili pianure della Mesopotamia,

Storia di viaggiatori, pellegrini, marinai. Storia di traffici, di scambi, di guerre. La nostra storia.

La storia del pane conservato nelle madie e diviso tra i commensali, ma anche del pane che diventa leggenda, rito, poesia. Alimento del corpo e dello spirito. Sudore e ricompensa del lavoro. Pane guadagnato, elemosinato, rubato, sottratto a chi spetta, condiviso con chi non ne ha.

Per 20 anni Predrag Matvejevic ha lavorato su questo libro, ovvero ha lavorato sul pane per darci un altro pane - fatto di parole e lievitato con la passione.

Pagine, non meno affascinanti di quelle che diversi anni fa ci offrì con Breviario mediterraneo. Pagine per ricordarci ciò che troppo spesso ci dimentichiamo: che il pane è la vita, il pane siamo noi.

sabato 29 settembre 2012

Le vie del pane, che diventano racconto

Le vie del pane attraversavano lo spazio e il tempo, la memoria e l'oblio. Portavano nella realtà e nella fantasia.

E' arduo stabilire dove iniziavano e dove finivano.

Per lo più andavano da oriente a occidente, seguendo il sole. Talvolta tornavano indietro per lo stesso cammino, o magari ne seguivano uno diverso. Attraversando le pianure, scavalcando le montagne, inoltrandosi nei deserti.

Le navi trasportavano il frumento per mari e fiumi, sul continente si faceva ricorso a carri e basti, talvolta alle spalle e alle schiene.

Gli incontri e i ricordi di quei viaggi restavano nella storia o nel racconto.

Il pane non sopporta trasporti troppo lunghi. Invecchia, s'indurisce, ammuffisce. 

In realtà viaggiavano il seme, l'esperienza e il bisogno.

(da Predrag Matvejevic, Pane nostro, Garzanti)

domenica 23 settembre 2012

Il gesto di un bambino dietro "Pane Nostro"

La storia di questo libro è lunga, come mi raccontò un giorno a tavola Matvejevic stesso e come qui spiega ai lettori: non solo perchè prende le mosse più di cinquemila anni fa - in quell'area a sud del "mare nostrum" che ha saputo darci anche il "panem nostrum" - ma soprattutto perché sgorga dal ricordo del bambino Predrag che, su invito del padre e di nascosto dai vicini, porta metà della razione bisettimanale di pane dell'intera famiglia a tre prigionieri tedeschi.

Quel pane che il padre prigioniero aveva ricevuto in dono da un pastore tedesco durante i suoi lavori forzati, riemerge tra le mani innocenti di un bambino per essere a sua volta dono per l'affamato. proprio come scrive Qohelet:

Getta il tuo pane sulle acque, perché con il tempo lo ritroverai.

(Enzo Bianchi, dalla prefazione a Pane Nostro di Predrag Matvejevic, Garzanti)

mercoledì 7 marzo 2012

Momenti così, come l'odore del pane

Il momento esatto in cui di notte i semafori cominciano a lampeggiare, che vuol dire che ormai le auto sono poche e quasi tutte stanno tornando verso casa.


Due che stavano per lasciarsi e poi non si lasciano più e si abbracciano a lungo, senza accorgersi che la gente si è fermata a guardarli. 


Un piccolo incidente e il ragazzo in motorino si alza subito perché non si è fatto niente.


Tutte le nonne che portano al parco i nipoti e i loro sorrisi apprensivi quando li guardano correre.


Le persone che devono cominciare a parlare per dire una cosa importante.


Ogni palazzo che ospita uffici ricolmi di lavoro e tutte le vite che ci sono dietro coloro che stanno dietro alle scrivanie.


Il suono prolungato e familiare di campanelle scolastiche, e un rumore di scale percorse con tumulto che si diffonde in molti quartieri, rumore di bambini, ragazzi e adolescenti, che creano per qualche secondo una tensione barbara, lì fuori, una scenografia dell'attesa di qualche secondo - e poi tutti questi ragazzi che vengono espulsi quasi all'unisono, le scuole si svuotano e la città si riempie di nuovo, i vigili urbani hanno molto da fare, le madri e i padri tornano a fare i genitori, i pranzi sono quasi pronti, le organizzazioni complicate dei pomeriggi.


L'odore di pane del primo mattino....

(Francesco Piccolo, Momenti di trascurabile felicità, Einaudi)

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...