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mercoledì 20 gennaio 2016

Con Puck il folletto nell'Inghilterra che fu

Lasciate da parte Il libro della giungla, le lontananze esotiche, i tempi dell'impero inglese, té in veranda e battute di caccia alla tigre, partite di cricket sotto il sole tropicale e divinità dai nomi impronunciabili. Ruyard Kipling non è solo l'India, le colonie, un mondo inghiottito dalla storia.

Prendete per esempio Puck il folletto, un libro per tutte le età. Un libro con cui Kipling ritorna a casa, sempre che l'Inghilterra possa davvero essere la sua casa, e non piuttosto il più meraviglioso di tutti i paesi stranieri dove sia mai stato, come diceva.

Racconta Ottavio Fatica nella nota all'edizione Adelphi che per Kipling la macchina era una sorta di macchina del tempo. Sulla quattro ruote prendeva e partiva come gli altri, solo che riusciva a vedere ciò che gli altri non riescono a vedere, perché bene che vada è solo roba da ragazzi.


Andava scorrazzando per l'isola che non c'è, per quell'Inghilterra piena per lui di meraviglie e di misteri stupefacenti. Un giorno in macchina nella campagna inglese era un giorno in un museo fatato dove tutti i pezzi sono vividi e reali e, al tempo stesso, deliziosamente mescolati con i libri

Ed ecco dunque il Colle Fatato che non è solo un luogo di una mappa fantastica, è una torre di avvistamento per scrutare la storia e le storie, per far emergere dal buio dei tempi i personaggi, le leggende, ciò a cui è bello restituire la parola. Ecco Puck, fauno di shakespeariana memoria, che racconta ai bambini di cavalieri normanni, di pirati vichinghi e di centurioni romani del Vallo di Adriano.

Raccontando ai bambini, ma restituendo a tutti gli occhi con cui i bambini sanno ancora alimentare la meraviglia.

domenica 25 ottobre 2015

Coast to coast nella campagna inglese

Non so quanti conoscono il Vallo di Adriano. Quanti ne hanno già sentito parlare e quanti l'hanno preso in considerazione come una possibile meta di viaggio.

Credo pochi, ma credo anche che saranno sempre di più in futuro. Merito non della nostra scuola, certo, ma piuttosto degli inglesi. Che ne hanno fatto uno dei grandi itinerari europei per chi intende muoversi a piedi o in bicicletta.
 

Dal Mare del Nord al Mare di Irlanda, un coast to coast ancora piuttosto originale, con distanze che non spaventano nemmeno un pantofolaio come me.
 

Se non ci credete, date un occhio alla cartina. È come se all'alba del mondo un gigante avesse provato a strozzare l'Inghilterra. Non c'è riuscito, ma il collo è rimasto così.
 

Però in un viaggio come questo non ci sono da mettere in conto solo i chilometri. Anche gli anni vogliono la loro parte.
 

E ve l'ho già detto, sono qui per questo. Voglio inoltrarmi nella storia, non solo nella campagna inglese. 

Passo dopo passo, visto che le insidie non mancano: il tempo, lo so, a volte è una palude che inghiotte vita e risputa ombre.
 

Starò attento, con il mio bagaglio fatto più di domande che di indumenti. Accetterò a cuor leggero tutta la lentezza che è nell'ordine delle cose.
 

E per non smarrirmi ho scelto con attenzione la compagnia. Avrò Adriano al mio fianco, l'uomo dal quale discende tutto questo, dalle pietre del Muro giù giù fino alla gente che arranca per queste colline. 
Fino a queste pagine, anche.
 

Un imperatore romano per compagno, non è da tutti. Però me lo merito, con tutto il tempo che ho fantasticato su di lui. Sui segni che ha lasciato in questo mondo e su tutto ciò che di lui è semplicemente svanito.

(da Paolo Ciampi, La strada delle legioni, Mursia)

giovedì 29 luglio 2010

Alla festa di compleanno di Claudia Severa

 Claudia Severa alla sua Lepidina, saluti. Ti invio un caloroso invito a venire da noi l’11 settembre, per la mia festa di compleanno, in modo da rendere il mio giorno ancora più piacevole grazie alla tua presenza. Porgi i miei saluti al tuo Ceriale. Il mio Elio saluta te e i tuoi figli.
Ti aspetto, sorella. A presto, mia cara

Che dite? Parole così potrebbe averle scritte una vostra amica? Certo che sì: questo è un invito di compleanno quale ciascuno di noi ha ricevuto o potrebbe ricevere, non importa se con un biglietto o per posta elettronica non importa. Claudia Severa per la sua cara Lepidina.

E dunque, se per una volta non parlo di un libro, ma di una manciata di parole come queste, è perché nessuno me le ha indirizzate. Le ho trovate qualche giorno fa in Inghilterra, camminando lungo il Vallo di Adriano, l'estremo confine settentrionale degli antichi romani (di qua l'Impero, di là i barbari della Scozia).


E' un posto bellissimo, il Vallo di Adriano, anche se da noi italiani ingiustamente ignorato. Pieno di possibilità di sorprese, anche.

La più bella è stata questa. In questo posto di frontiera, ai confini del mondo conosciuto, in questo posto di brughiere, tribù ostili, inverni gelidi, proprio qui sono state ritrovate le "tavolette" (writing tablets) che sono le prime testimonianze scritte nella storia della Gran Bretagna. E quell'invito a una festa di compleanno è la prima cosa scritta tra due donne nella storia di Roma (e quindi anche  nella storia della nostra Europa). La prima, ovviamente, tra quante sono arrivate sino a noi.

In queste tavolette non c'è il latino degli scrittori. E' una lingua semplice, comune, non priva di errori. Una lingua che racconta la vita di tutti i giorni: acquisti da fare, pranzi da organizzare, punizioni da evitare, raccomandazioni da richiedere (usava anche allora...).

Ma tra tutte sono le parole di Claudia Severa ad avermi destato una strana commozione. E' un po' che me le porto per me, assieme al ricordo di una donna di secoli e secoli fa finita davvero in un altro mondo, o al confine del suo mondo. Di una donna che può invitare a una festa di compleanno usando le parole di una donna di oggi.

Quell'antica romana oggi mi sembra viva, in  qualche modo. E pensare a lei è pensare, ancora una volta, allo straordinario potere delle parole. Anche quando quelle parole non finiscono in un libro.






 

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