venerdì 24 febbraio 2012

Elizabeth non aveva paura degli specchi

Mi è sempre piaciuta la figura di Elizabeth Von Arnim, scrittrice che riuscì a vivere la sua vita in un'epoca in cui la donna avrebbe dovuto seppellirsi tra le mura di casa, magari concedersi solo qualche tè tra amiche, qualche pranzo in società con il marito.

Donna libera, indipendente, capace di vivere con ironia le varie vicende, di affermarsi in un panorama letterario tutto al maschile, di sottrarsi al peso dei pregiudizi.

Anche ai pregiudizi che è più difficile superare, quelli che noi stessi coltiviamo nei nostri confronti.

Quei pregiudizi che per esempio ci impediscono di accettare il tempo che passa, di sentire che noi stesso siamo il tempo. Che stiamo scivolando via nel fiume e niente ci lascerà fermi su una sponda.

A 70 anni Elizabeth scrisse nel suo diario:

Adesso sono davvero una donna anziana, e non devo dimenticarlo. Ci si abitua talmente ad essere giovani che si finisce per credere che sarà per sempre. Mi devo ricordare che non è così, e mi aiuteranno gli specchi.

Mi aiuteranno gli specchi, che belle queste parole. Quegli stessi specchi a cui prima o poi viene da sottrarsi. Gli specchi che a volte ci inducono perfino a barare.

E lei, Elizabeth, la donna che molto ha vissuto, tra divorzi e amanti, la bella Elizabeth, con questa splendida lezione di vita.

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