Visualizzazione post con etichetta Arizona. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Arizona. Mostra tutti i post

venerdì 26 gennaio 2018

Dalla Svezia al Grand Canyon, storia del pittore vagabondo

Ogni vita umana è un labirinto. Se si trova l'ingresso, ci si può aggirare dentro all'infinito.

A un  certo punto è giusto fermarsi e interrogarsi su quanto si sta facendo. Lo fa anche Fredrik Sjöberg, scrittore svedese per cui la casa editrice Iperborea ha già proposto un paio di libri - uno dei quali, L'arte di collezionare le mosche, raccomando caldamente.

Lo fa ne L'arte della fuga, nel bel mezzo della storia che sta provando a raccontare, non senza esitazioni, anzi, con il sospetto in fondo di essere un ficcanaso, un profanatore di tombe: sentimento che comprendo e condivido anch'io, ogni qual volta uno è alle prese con la vita di una persona. Che cosa si sta davvero facendo?

Ecco, questo mi piace in particolare di un libro che, malgrado il titolo, non si muove sulla scia di un capolavoro di qualche anno fa quale L'elogio della fuga di Henri Laborit. Non è un saggio sui piaceri e le opportunità del cambiar vita e levare le tende. Piuttosto è un modo per dipanare le vicende di un tale Gunnar Widforss, inquieto acquarellista propenso al vagabondaggio e destinato a rifarsi un'altra vita in Nord America. Dimenticato in Svezia e in Europa, ma artista quotato sull'altro continente, è l'uomo che si taglia i ponti alle spalle e punta sull'altrove come un ago magnetico.

Curiosa parabola di vita, quella di Gunnar, che dalle isole di Stoccolma passa alla wildernss dell'Arizona e del Colorado fino a costruirsi una reputazione come il paesaggista per antonomasia dei parchi nazionali americani. Tanto che un giorno il suo nome sarà dato a una delle cime del Grand Canyon.

Curiosa parabola, davvero. E certo, facciamo bene a interrogarsi su quanto si sta facendo, chiedersi se è giusto ficcare il naso in questo modo. Ma è anche un piacere insostibuile divagare rispetto alla nostra vita, balzando così in quelle altrui.

venerdì 27 giugno 2014

Quando l'astronomia diventa un viaggio per tutti

Questo non è un libro di astronomia. O per lo meno non è un libro di astronomia come gli altri. Certo, di astronomia si parla e tanto, ma si parla anche di altro. Di una cosa, in particolare, la mia vita.

Mette le mani avanti, Emiliano Ricci, all'inizio di I viaggi dell'Orsa Maggiore. Alla scoperta delle stelle e dell'astronomia (edizioni Scienza Express). E forse è proprio per due righe così che mi sono avventurato in questo libro, senza temere di esserne respinto, da lettore allergico per partito preso alle cose di scienza.

Ho fatto bene, perchè Emiliano Ricci, da giornalista e divulgatore scientifico di ottima penna, riesce perfino a trasmettere qualche concetto scientifico a uno zuccone quale il sottoscritto. Però fa di più, Emiliano Ricci. Molto di più: trasmette una passione.

Lo fa parlando della sua vita. Raccontando una vita di passione che ha saputo trasformare in studio, lavoro, ricerca, e anche in affetti, in vita sociale, cosa questa assai meno scontata.

Quasi un'autobiografia, certo. Ma non di un Nobel, di uan star della scienza, piuttosto di una persona che in questa passione ha letto fin dall'inizio una sorta di destino. Era scritto nello stesso nome del padre, Sirio.

E allora ecco il babbo che lo porta a vedere le partite della Fiorentina e all'uscita dallo stadio gli parla delle stelle. Ecco il libro di Margherita Hack che gli cambia le vita e la solenne dichiarazione di intenti in salotto, mentre in tv c'è Canzonissima: babbo, mamma, da grande farò l'astronomo. Ecco le notti trascorse insieme con altri ragazzi conquistati dalle stelle, tra una birra e una partita a calcino, sempre con la giusta colonna sonora - e sempre, a degna conclusione, Watcher of the sky dei mitici Genesis, per sentirsi davvero, tutti insieme, "guardiani del cielo".

Ecco i viaggi - perché questo, a suo modo, è anche un libro di viaggi: l'Arizona che non è solo la terra dei Navajos di Tex Willer e di Vil Coyote (nostri comuni miti, adolescienziali e non) ma anche delle più entusiasmanti osservazioni astronomiche; le Hawaii dove non c'è scienziato che in laboratorio non custodisca una tavola da surf; e un lago dell'Austria dove arrivare in tempo per contemplare la meraviglia di un'eclissi, emozione che sta appena sotto all'emozione per la nascita di un figlio....

Eppure il viaggio più bello deve essere stato nella testa della gente, nel tentativo di incuriosirla e appassionarla ai fatti del cielo, perché l'astronomia non può, non deve essere cosa solo di scienziati un po' svitati. E allora questa è anche la storia dell'astronomia in strada, dei telescopi puntati da piazza della Signoria e da altri luoghi sacri della storia fiorentina. E' la storia di migliaia di persone i cui sguardi per la prima volta si sono davvero avvicinati alle stelle...

E fosse solo per questo, per questa passione viva per cui anche alla scuola dei figli ora chiamano Emiliano il "babbo delle stelle", per questa passione che non si è rinchiusa in un laboratorio ma ha acceso qualcosa perfino dentro il sottoscritto, ecco, anche solo per questo, merita leggere I viaggi dell'Orsa Maggiore: a costo di fare i conti perfino con una goccia di invidia.



sabato 27 ottobre 2012

Il ragazzino che sfidava le frontiere come Tex

Peste e corna! esclama Tex Willer, e se per questo anche il suo amico Kit Carson, quando incappa in un agguato o in qualche altra brutta sorpresa. Peste e corna! ripete Emil Costantin Sabau, ragazzino di 13 anni, immigrato illegalmente in Italia. Lui Tex non lo ha comprato in edicola. L'ha trovato in un magazzino in cui cercava rifugio. La carta avrebbe dovuto proteggerlo dal freddo, gli ha regalato un sogno.

E' un libro intenso e tenero, forte e leggero, Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani di Fabio Geda, libro che precede il successo di Nel mare ci sono i coccodrilli (io però l'ho letto solo ora, nella nuova edizione Feltrinelli) ma che di Geda evidenza già tutte le qualità, a partire da quella di una scrittura che io direi al servizio della vita.

Finisce che non lo mollate più Emil, questo ragazzino cresciuto troppo in fretta eppure ancora necessariamente ragazzino, insieme duro e affamato di tenerezza. Allo stesso modo degli altri personaggi del libro che ne ascoltano il richiamo e lo accolgono nella propria vita.

Finché questo libro diventa quello che non ti aspetti. Più che una storia di immigrazione e di adolescenza rubata, uno stravagante viaggio attraverso l'Europa, sulle ali del caso e dell'ostinazione.

E con Emil ci siete anche voi, a Berlino come a Madrid. Ci siete e quei treni non sono più treni, ma mustang al galoppo attraverso le grandi praterie, destinazione finale Arizona o Colorado o non importa dove, ovunque ci sia l'ultima tribù che possa abbracciarti forte.

martedì 9 agosto 2011

Il ragazzino che attraversa l'Europa come Tex

Peste e corna! esclama Tex Willer, e se per questo anche il suo amico Kit Carson, quando incappa in un agguato o in qualche altra brutta sorpresa. Peste e corna! ripete Emil Costantin Sabau, ragazzino di 13 anni, immigrato illegalmente in Italia. Lui Tex non lo ha comprato in edicola. L'ha trovato in un magazzino in cui cercava rifugio. La carta avrebbe dovuto proteggerlo dal freddo, gli ha regalato un sogno.

E' un libro intenso e tenero, forte e leggero, Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani di Fabio Geda, libro che precede il successo di Nel mare ci sono i coccodrilli (io però l'ho letto solo ora, nella nuova edizione Feltrinelli) ma che di Geda evidenza già tutte le qualità, a partire da quella di una scrittura che io direi al servizio della vita.

Finisce che non lo mollate più Emil, questo ragazzino cresciuto troppo in fretta eppure ancora necessariamente ragazzino, insieme duro e affamato di tenerezza. Allo stesso modo degli altri personaggi del libro che ne ascoltano il richiamo e lo accolgono nella propria vita.

Finché questo libro diventa quello che non ti aspetti. Più che una storia di immigrazione e di adolescenza rubata, uno stravagante viaggio attraverso l'Europa, sulle ali del caso e dell'ostinazione.

E con Emil ci siete anche voi, a Berlino come a Madrid. Ci siete e quei treni non sono più treni, ma mustang al galoppo attraverso le grandi praterie, destinazione finale Arizona o Colorado o non importa dove, ovunque ci sia l'ultima tribù che possa abbracciarti forte.

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...